Il mio viso

riflesso nello specchio
è il passato

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sabato 28 luglio 2012

Olimpiadi 2012- London



Si sono aperti ufficialmente i Giochi, uno spettacolo , a mio parere "penoso", l'inaugurazione si è snodata attraverso la storia, se si può dire così, della rivoluzione industriale, dimostrando quanto il popolo inglese sia ancora ancorato al passato e non ancora pronto per il futuro.

 
 Le mascotte le trovo davvero orripilanti, ma che cosa sono ?
Wenlock e Mandeville
Il pupazzo simbolo delle Olimpiadi, Wenlock, prende il nome dalla cittadina di Much Wenlock nella contea dello Shropshire (Midlands Occidentali), che ospita ogni anno dal 1850 una manifestazione multisportiva antesignana dei Giochi moderni. Ha cinque braccialetti al polso (ognuno con un colore dei cerchi olimpici) mentre i tre punti sulla sua testa simboleggiano i posti del podio.
Il nome di Mandeville - la mascotte paralimpica - deriva invece dall'ospedale Stoke Mandeville nel Buckinghamshire, che nel 1948 organizzò la prima competizione per atleti disabili. Ha una testa a forma di elmetto colorata in blu, rosso e verde (i tre colori delle Paralimpiadi) e indossa un orologio sul polso destro fisso sull'ora 00:20:12.
Oggi però è andata meglio, almeno per l'Italia che si è degnamente aggiudicata due medaglie "gold". Una bella gara di tiro con l'arco.  Un'altra è stata una finale tutta Italia, la scherma . Fioretto femminile...le brave Elisa Di Francisca, Arianna Arrigo e la "veterana" Valentina Vezzali (che ormai ha fatto la sua stagione).  

mercoledì 25 luglio 2012

Destino o casualità...

Ci sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente:
uno si chiama ieri, l'altro si chiama domani, perciò oggi è
il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente,
vivere.
                                                                   Dalai Lama




     
Puoi svegliarti anche molto presto all'alba, 
ma il tuo destino si è svegliato mezz'ora
prima di te.
Proverbio Africano 
 
 
 
 
 Il tempo è fatto di momenti, momenti che
 scorrendo velocemente definiscono il 
 sentiero di una vita e la conducono
 inesorabilmente verso la sua fine.


 Quante volte ci soffermiamo ad esaminare
 quel sentiero?
 A capire le ragioni per cui tutte le 
 cose accadono? 
 A considerare se il sentiero intrapreso
 nella vita sia una nostra creazione 
 oppure semplicemente qualcosa
 in cui vaghiamo ad occhi chiusi?


 Ma se potessimo fermare il tempo per
 valutare ogni momento prezioso prima
 che passi e riuscissimo a vedere le
 altre infinite possibilità di percorso
 che si sono presentate nella nostra 
 vita,sceglieremmo un altro sentiero? 
 
 
 
 Se guardiamo al passato possiamo pensare che
 se avessimo fatto altre scelte,se avessimo 
 frequentato altre persone, altri luoghi,
 il nostro futuro sarebbe stato diverso.
 Il caso è padrone della nostra vita?
 Ognuno di noi nasce con un proprio 
 destino?
 Se guardo nel mio di passato trovo più
 casualità, se avessi potuto scegliere 
 un'altra scuola, se avessi frequentato
 persone diverse, se avessi seguito le 
 mie idee senza farmi fuorviare, 
 se non mi fossi sposata, se non avessi
 avuto figli, se avessi avuto più forza 
 e sicurezza...certamente la mia vita
 sarebbe stata diversa, non so se sarebbe
 stata più felice.
 

giovedì 19 luglio 2012

Inno al sole (Aton) di Akhenaton

Tu ti ergi glorioso ai bordi del cielo, o vivente Aton!
Tu da cui nacque ogni vita.
Quando brillavi dall'orizzonte a est
riempivi ogni terra della tua bellezza
sei bello, grande, scintillante,
Viaggi al di sopra delle terre che hai creato,
abbracciandole nei tuoi raggi,
tenendole strette per il tuo amato figlio (Akhenaton).
Anche se sei lontano, i tuoi raggi sono sulla Terra;
Anche se riempi gli occhi degli uomini, le tue impronte non si vedono.

II
Quando sprofondi oltre il confine occidentale dei cieli
la terra è oscurata come se fosse arrivata la morte;
allora gli uomini dormono nelle loro stanze,
il capo coperto, incapaci di vedersi tra loro;
vengono loro sottratti i tesori da sotto la testa
e non lo sanno.
Ogni leone esce dalla sua tana,
tutti i serpenti emergono e mordono.
Il buio è totale e la terra silente:
Colui che li ha creati riposa nell'orizzonte.
III
La terra si illumina quando sorgi
Con il tuo disco scintillante di giorno.
Davanti ai tuoi raggi l'oscurità viene messa in fuga
il popolo delle Due Terre celebra il giorno,
tu lo svegli e lo metti in piedi,
loro si lavano e si vestono,
Sollevano le braccia lodando il tuo apparire,
poi su tutta la terra cominciano il loro lavoro.
IV
Le bestie brucano tranquille,
gli alberi e le piante verdeggiano,
gli uccelli lasciano i loro nidi
e sollevano le ali lodandoti:
Tutti gli animali saltellano sulle zampe
tutti gli essere alati volano e si posano di nuovo
tornano alla vita quando tu sorgi.
V
Le navi salpano su e giù per il fiume.
Alla tua venuta si aprono tutte le strade.
Di fronte al tuo volto i pesci saltano nel fiume.
I tuoi raggi raggiungono l'oceano verde.
Tu sei colui che mette il seme maschile nella donna,
tu sei colui che crea il seme nell'uomo,
tu sei colui che risveglia il figlio nel ventre della madre,
accarezzandolo perché non pianga.
Anche nell'utero sei la sua balia.
Tu dai respiro a tutta la tua creazione,
aprendo la bocca del neonato,
e dandogli nutrimento.
VI
Quando il pulcino cinguetta nell'uovo
gli dai il respiro perché possa vivere.
Tu porti il suo corpo a maturazione
in modo che possa rompere il guscio.
E così quando lo rompe corre sulle sue zampette,
annunciando la sua creazione.
VII
Quante sono le tue opere!
Esse sono misteriose agli occhi degli uomini.
O unico, incomparabile dio onnipotente,
tu hai creato la terra in solitudine come desidera il tuo cuore,
gli uomini tu hai creato, e le bestie grandi e piccole,
tutto ciò che è sulla terra,
e tutto ciò che cammina,
tutto ciò che fende l'aria suprema,
tu hai creato strani paesi, Khor e Kush
e anche la terra d'Egitto,
tu metti ogni uomo al posto giusto
con cibo e possedimenti
e giorni che sono contati.
Gli uomini parlano molte lingue,
sono diversi nel corpo e nella pelle,
perché tu hai distinto popolo da popolo.
VIII
Negli Inferi tu sai sì che il Nilo straripi,
conducendolo a tuo piacimento a portare vita agli egizi.
Anche se tu sei signore di tutti loro, signore delle loro terre,
ti affatichi per loro, brilli per loro,
di giorno sei il disco solare, grande nella tua maestà,
anche alle terre lontane hai portato la vita,
stabilendo per loro un'inondazione del Nilo nei cieli,
che cade come le onde del mare
bagnando i campi su cui abitano.
Quanto eccelse sono le tue vie, o Signore dell'eternità!
Hai stabilito un Nilo nei cieli per i forestieri.
Per il bestiame che cammina ogni terra,
ma per l'Egitto il Nilo sgorga dall'aldilà.
I tuoi raggi nutrono campi e giardini.
È per te che vivono
IX
Tu fai le stagioni per il bene delle tue creature,
l'inverno per rinfrescarle, l'estate perché
possano gustare il tuo calore.
Hai creati cieli lontani in cui tu possa risplendere.
Il tuo disco nella tua solitudine veglia su tutto ciò che tu hai fatto
apparendo nella sua gloria e brillando vicino e lontano.
Dalla tua unicità dai corpo a milioni di forme
città e villaggi, campi, strade e il fiume.
Tutti gli occhi ti osservano, lucente disco del sole.
X
Non c'è nessuno altro che ti conosca tranne Akhenaton,
tuo figlio.
Gli hai dato comprensione dei tuoi intenti.
Lui capisce il tuo potere:
Tutte le creature del mondo sono nelle tue mani,
proprio come tu le hai fatte.
Con il tuo sorgere, esse vivono.
Con il tuo tramontare, esse muoiono.
Tu stesso sei la durata della vita. Gli uomini vivono attraverso di te
I loro occhi ricolmi di bellezza fino all'ora del tuo tramonto.
Ogni fatica viene messa da parte quando tu sprofondi a ovest.
XI
Tu hai stabilito il mondo per tuo figlio,
lui che è nato dal tuo corpo,
Re dell'Alto Egitto e del Basso Egitto,
che vive nella verità, Signore delle Due Terre,
Neferkhepure, Wanre
il Figlio di Re,
che vive nella verità, Signore dei Diademi,
Akhenaton grande nella lunghezza dei suoi giorni.
E per la Nobile Moglie del Re
lei che lui ama,
per la Signora delle Due Terre, Nefernefruate-Nefertiti,
possa lei vivere e fiorire per l'eternità.

il faraone Akhenaton  e la sua famiglia offrono doni ad Aton
 Meglio conosciuto come il Faraone eretico, Akhenaton dopo avere mutato il suo nome sostituì all'adorazione del dio Amon una religione monoteista che aveva come dio Aton (il sole, in cui il dio è rappresentato come un disco solare e non in forma antropomorfa).
La damnatio memoriae (viene spesso identificato come "Il faraone che si ribellò agli dei"), con la conseguente distruzione di documenti e di monumenti, a cui Akhenaton venne condannato, rende difficoltoso definire esattamente la linea di successione.
Inoltre solo di recente studi su base genetica identificano Akhenaton nella mummia 61072 e la consorte Nefertiti nella mummia 61070. Queste mummie "anonime", insieme ad una terza, furono trovate nella tomba di Amenhotep nel 1898.
Alla rivoluzione religiosa si affiancò anche un profondo rinnovamento artistico,  in cui la rappresentazione della figura umana, compresa quella del sovrano e della sua famiglia, perde la rituale staticità precedente per acquisire una rappresentazione naturalistica, e talvolta impietosa, della realtà. Akhenaton, ad esempio, viene rappresentato in scene di vita familiare, talvolta, il sovrano indossa una tunica da donna e i nastri posti sul retro della corona assumono una forma allungata e femminile. Anche l'atteggiamento dei cortigiani cambia considerevolmente visto che ora si inchinano o si prostrano davanti alla coppia reale.
Queste insolite rappresentazioni del sovrano hanno fatto a lungo pensare che Akhenaton soffrisse di deformità congenite, che gli avrebbero fatto sviluppare un corpo dai tratti femminili, con un bacino ampio e arti sottili. Lo studio del suo scheletro ha invece rivelato un corpo perfettamente sviluppato e dai tratti mascolini: il re viene rappresentato con tratti androgini perché, in quanto divinità, è associato al mito creatore e quindi né uomo, né donna.

 


mercoledì 18 luglio 2012

Il mito di Muezza, il gatto di Maometto

Si dice che Maometto amasse molto gli animali e i mici in particolare. Una leggenda narra che egli avesse una gatta, Muezza. Un giorno questa micia stava dormendo placidamente accoccolata su una falda del mantello del suo padrone quando la campana suonò l'ora della preghiera. Maometto rimase per un po' indeciso sul da farsi, in quanto non voleva svegliare Muezza, poi prese un coltello e tagliò l'angolo del mantello dove la gatta dormiva. Quindi Maometto in silenzio si recò a pregare. Quando fece ritorno Muezza era sveglia e gli andò incontro facendogli un inchino in segno di ringraziamento e il Profeta fu talmente lieto di questa accoglienza che elargì dei doni a lei e a tutti i gatti a venire.
La accarezzò tre volte sul dorso dandogli la capacità di atterrare sulle zampe sana anche da grandi altezze e gli diede nove vite (multiplo di tre) e naturalmente un posto in paradiso.



 




 La leggenda dei cavalli di Maometto
 In un tempo molto lontano, sotto un cielo coperto di stelle, sulle dune sabbiose del deserto, Maometto si era fermato per riposarsi dal lungo viaggio che stava percorrendo. Guardando le sue splendide giumente, decise di metterle alla prova. Lasciò le cavalle senza acqua per giorni, poi, una mattina, decise di lasciarle libere di recarsi all’oasi più vicina per bere per vedere se gli fossero davvero fedeli. Le cavalle corsero per dissetarsi finalmente, quando ad un tratto sentirono il richiamo del padrone. Cosa fare? Maometto scorgeva l’orizzonte di fronte a sé, aspettando fiducioso il ritorno delle sue giumente, ma solo cinque di loro tornarono da lui. Queste, furono le capostipiti della razza più antica del mondo: il cavallo arabo. Per marchiare quelle giumente così preziose, Maometto incise su di loro il simbolo di una spiga, che ancora oggi si può vedere nei cavalli che mostrano uno standard di razza eccezionale, simbolo che viene appunto chiamato “il germoglio di Maometto”.





 Doveva essere un amante degli animali!!

domenica 15 luglio 2012

Baklava



La domenica non è stata il massimo, del resto la frequentazione degli ospedali non è mai buona cosa, meno che mai quando riguarda persone famigliari...ma questa è un'altra storia.
La visita del blog di Elio, mi ha fatto tornare a mente le "dolcezze" che gustavo nei paesi arabi e di cui vi lascio una ricetta "leggera" di mia elaborazione.

Baklava (piatto di origine turca dal Palazzo del Topkapi, rielaborato da tutti i paesi arabi)
Pasta filo 1 confezione
Pistacchi triturati (eventualmente si possono anche adoperare noci e pistacchi o altra frutta secca)
Burro

Per lo sciroppo:
250 ml acqua
120 gr zucchero
1 cucchiaio di limone e per chi vuole esagerare 1 cucchiaio di miele (io non lo uso)

Procedimento :
triturare la frutta secca, eventualmente con un po' di zucchero di canna per assorbire
Far sciogliere il burro e con un pennello ungere la pasta filo, ad una a una, mettendole in una teglia rettangolare sovrapposte, almeno una decina.
- accorgimenti : la pasta filo è molto delicata e si secca in fretta, quindi mentre si procede ad ungere, tenere gli altri fogli coperti da un canovaccio, attenzione maneggiarla delicatamente per non romperla -
Fatto questo strato, distribuire sopra la frutta secca, un bello strato abbondante.
Ripetere gli strati di pasta filo unti di burro.
Tagliare il tutto a losanghe (cioè a quadrotti) e infornare a 180 gradi per 20 minuti circa, deve venire un bel colore dorato.
Mentre "lei" si cucina, preparare lo sciroppo facendo sciogliere a fuoco dolce lo zucchero, il limone io lo aggiungo fuori dal fuoco.
Estrarre la teglia dal forno e versare sopra, a caldo , lo sciroppo.
Ecco fatto, una ricetta leggera, facile e deliziosa.
Buon appetito.

Qui c'è un video che vi può chiarire un po'.

martedì 10 luglio 2012

Rondo veneziano Venise

My birthday






 Ecco qui una poesia che ho scritto un'eternità fà quando avevo ancora intatte ingenuità, fiducia, speranza, voglia di vivere, sicurezze e tanto altro ancora, quando i giorni già dal mattino avevano aspettative e felicità, quando le notti non erano ore sprecate, quando il sole c'era sempre anche quando pioveva....

  Ho visto il sole tramontare dietro una duna e insanguinare
  con i suoi raggi la sabbia.

  Ho visto negli occhi di un bimbo biondo e dalla pelle scura
  i segni della fame.

  Ho visto un cavallo morto che dava la vita
  ad altri animali.

  Ho visto il mare diventare inchiostro, muggire in montagne
  di schiuma e poi calmarsi e placarsi come un dio appagato.

  Ho visto un cammello scheletrico che faceva ombra
  ad un bimbo ancora più scheletrico di lui.

  Ho visto un uomo disteso fra le radici di un albero
  sognare un paradiso nella mente.

  Ho visto un uomo uccidere un animale e
  la chiamavano corrida.

  Ho visto la luna più grossa in un cielo di nero velluto.

  Ho visto un bimbo chiedere l'elemosina ed
  esserne orgoglioso.

  Ho visto la più bella bambina del mondo, era scalza, lacera,
  sporca e non era la mia.

  Ho visto la tomba di un maraja e mi sono sentita grande.

  Ho visto campi immensi di girasoli e non c'erano uomini.

  Ho camminato a piedi nudi sulla sabbia infuocata,
  sotto il sole bruciante e mi sono purificata.

  Ho camminato a piedi nudi sulla riva del mare,
  nell'acqua ghiacciata dell'Oceano e ho scoperto la purezza.

  Ho camminato tra l'erba fresca e il canto degli uccelli
  e ho scoperto la pace.

  Ho trascorso ore sveglia nel cuore della notte abbracciata
  all'amore e ho scoperto la felicità.

                                                                                               by Adriana

 

 uno dei pezzi da me preferiti! Un haiku che rispecchia molto di più i miei sentimenti del presente....
Petali rossi
cadono sul tavolo,
rosa sfogliata.
                                                                                                                        by Adriana
 

domenica 8 luglio 2012

Incontri ravvicinati...con animaletti!!

nuovo nato


Valdo

Rudy

rondinini in scuderia

lo scoiattolino di Hyde Park gradisce


non dare da mangiare agli uccelli...lo fanno da soli

lunedì 2 luglio 2012

la Dama di Elche

mi è tornata fra le mani una statuetta - souvenir comperata tanti anni fa in una cittadina della Spagna, appunto Elche, si trova nella provincia di Alicante, ed è, praticamente, una grande distesa di palme integrata nell'ambiente urbano della ciià stessa. È il palmeto più grande d'Europa, superato nel mondo solo da alcuni palmeti arabi. Il Palmeral contiene più di mezzo milione di esemplari.
Si crede che sia stato piantato dai Cartaginesi, che trovarono in queste terre della Spagna orientale un ambiente propizio a questa coltivazione. I Romani, arrivati in seguito, seppero conservarlo e curarlo.
E' uno spettacolo visitarlo, ma la città ha un motivo in più ad essere conosciuta, piuttosto poco però.

Alcazar de la Signoria



Qui, fu ritrovata nelle campagne nel 1897, una statuetta raffigurante una donna , la scultura è di provenienza incerta, si crede (ancora oggi nella basilica di santa Maria, il 14 e 15 agosto, si celebra una Fiesta con la sacra rappresentazione detta Misteri de Elx  eseguita da soli uomini e bambini del coro di voci bianche) sia una divinità di Taesso, una città scomparsa nel 500 a.c.che si crede fosse una colonia di Atlantide ubicata vicino a Cadice.
L'acconciatura sarebbe quindi di influenza atlantidea...affascinate vero?
Adesso la statua , dopo essere stata al Louvre è tornata a Madrid.

Appariva anche sulle pesetas