Il mio viso

riflesso nello specchio
è il passato

Informazioni personali

mercoledì 26 febbraio 2014

un'altra fiaba della buonanotte

Il piccolo Zorro


 


Era un piccolo bambino, ma aveva un grande sogno : diventare Zorro!
Aveva solo quattro anni, ma nella sua cameretta aveva già accumulato tante cose...un mantello nero (un po' strappato dall'uso e una collezione di armi, innocue, ma non per queto meno importanti : una daga romana di plastica con l'impugnatura color oro, una scimitarra con incastonate delle pietre preziose finte, un fioretto anch'esso di plastica nera, ma quella a cui era più affezionato era una spadina di legno, piccola a misura da sua manina, fatta da lui con due ramoscelli tenuti insieme da un pezzo di spago.
Era il suo orgoglio : la portava sempre con sè, infilata nei pantaloncini, "per difendersi dai nemici" diceva...

 

Gli anni passarono, ma non la sua passione per la scherma.
Passarono i cinque, i sei : pieni di sogni e avventure...sognate e finalmente ebbe tra le mani un vero fioretto da scherma (in verità anch'esso di plastica ...bianca) ora frequentava un'accademia di scherma e, anche se non era potuto diventare Zorro, la sua passione poteva metterla in pratica in combattimenti veri (purtroppo non per difendere i deboli) con tanta gioia e soddisfazione.

  
E venne anche il momento della sua prima gara in assoluto : il suo primo duello!
Si preparò con cura e con tanta aspettativa : la "bianca divisa" appena lavata dalla mamma, la maschera bianca di plastica (già con qualche segno...) e il fioretto.
La sala era gremita di gente, il sole entrava dalle finestre e faceva scintillare la pedana dove doveva svolgersi il...duello!
Il suo avversario era là , di fronte a lui, vestito come lui, piccolo, più piccolo di lui...di statura.
Si guardarono, si misero le maschere, salutarono ( quante volte aveva provato quel saluto...)...e subito fu l'incontro : "a voi"...una stoccata per lui, due , tre...aveva vinto!
Si tolsero le maschere...ambedue piangevano...perchè?
"Perchè ho vinto, ma lui ha perso e mi dispiace..." e l'altro ?
"Perhè ho perso"
Forse era comica la situazione, ma aveva fatto capire che dove uno vince c'è sempre un altro che perde ...e sopratutto è una storia veramente accaduta!





domenica 23 febbraio 2014

carte ritagliate cinesi

JIANZHI
Le carte ritagliate cinesi
La carta ritagliata è un’arte popolare vecchia di oltre mille anni. 
Le carte ritagliate sono usate per decorare interni ed esterni; quelle incollate ai vetri delle finestre sono chiamate "fiori di finestra". La leggenda racconta che la Signora Li del regno Shu, ebbe l’idea di tracciare con un pennello i contorni dell’ombra di un bambù riflessi sulla carta della sua finestra dal chiarore della luna. Da allora, alle finestre, specialmente nei giorni festa, si applicano queste decorazioni sottili e delicate.

 "Fiori di soffitto" "Fiori di soffitto" vengono invece chiamate le carte ritagliate preparate per decorare i soffitti; "pendenti della fortuna" quelle che servono a decorare gli architravi delle porte o che vengono incollate sulle porte ed alle pareti.
Le carte ritagliate chiamate "fiori felici" vengono incollate agli angoli degli specchi, alle lanterne di carta, ai lumi, ai ventagli, ai paraventi, ai pacchetti dono e hanno, forse, una vita più breve di quelle che abbiamo menzionato prima.

 
Ling Ying, un poeta della nuova Cina che conosce da vicino la vita dei villaggi, ci apre la porta di una casa contadina alla vigilia della festa dell’anno nuovo per presentarci, in un fresco quadretto dal vero, l’immaginosa creazione dei "fiori di finestra", offrendoci, al tempo stesso, una colorita sintesi dei temi e dei simboli più diffusi:

"Coltre di cotone, la nevicata preme sulla finestra d’inverno...
le sorelline non possono uscire,
unite sotto la lampada ritagliano fiori di carta.
Le forbicine scintillano,
il grande foglio rosso è tagliato e ritagliato:
tu ritagli la bandiera rossa che sventola a Tian’anmen,
lei ritaglia gonfie lanterne appese,
poi ritaglia un trattore che rovescia mille ettari di terra, 
poi ritaglia un eroico soldato a cavallo di un corsiero,
e sono porcellini, coniglietti, galli giganteschi,
e sono gelsomini, peonie, sono fiori di melo:
ogni ramo è un annuncio d’alba di primavera,
su ogni albero il fiore di prugno sfida la chioma nevosa...
I fiori da finestra crescono a uno a uno,
tutti festeggeranno le mani laboriose".



Ci sono più tecniche di ritaglio della carta. Il metodo più antico è quello della piegatura che produce degli effetti simmetrici e regolari nel disegno.
Il secondo tipo è chiamato Yang, o Rilievo: formano il disegno. Questi due metodi possono essere combinati e dare maggior contrasto al disegno, producendo delle ombre. si ritaglia la superficie libera tra le linee e resta soltanto il disegno. Il suo contrario è il metodo Yin, o Cavo, in cui gli spazi tagliati 

Ecco quelle che ho visto io....

l'anno del cavallo













foglie ritagliate



mercoledì 19 febbraio 2014

Una favola della buonanotte

                                                  L'uccellino

Era una di quelle giornate grigie e noiose di pioggia insistente, il cielo carico di nuvole, i marciapiedi pieni d'acqua che scorreva e pareva grigia anch'essa.
Ma ad un tratto, un raggio di sole pose fine a quel grigiore.
Un raggio giallo...ma non era il sole...era un impermeabile con relativo cappellino giallo, un bel giallo canarino!
Ed in effetti, la bimba che lo indossava, zampettava felice come un'uccellino da una pozzanghera all'altra...si, le pestava tutte a piè pari, proprio tutte.



La sua mamma disperata aveva ormai smesso di dirle di non farlo, ma si teneva a debita distanza.
Quella bimba, la chiameremo Titti come l'uccellino giallo, anche se il suo nome era un'altro, era felice, al contrario di altri, che piovesse.
Rideva e la sua mamma nonostante la preoccupazione di vederla bagnata, aveva il cuore pieno di gioia nel sentire la sua risata.
Ma ad un tratto Titti smise di ridere e si chinò. Raccolse qualcosa da terra e corse verso la mamma per farle vedere ciò che aveva raccolto...nella piccola mano c'era un ancor più piccolo passerottino, bagnato e tremante.





Ora la bimba non rideva più, i suoi occhi erano pieni di lacrime come se la pioggia uscisse di lì!
"Guarda, povero uccellino...è bagnato e ha freddo, facciamo qualcosa ..presto!"
Cosa fare davanti a quegli occhi imploranti?
La mamma improvvisò una culla con un fazzoletto e ci depose il passerotto e tornarono di precipizio a casa.
Qui sistemò l'uccellino in mezzo all'ovatta e lo mise al caldo, mentre Titti cercava di dargli da bere con il contagocce.
La mamma era un po' preoccupata perchè temeva che il passerotto non si riprendesse e che la sua ridente bambina dovesse provare un dolore, ma ad un tratto...un raggio giallo, questa volta veramente di sole, cadde sul capino del passerotto...lui arruffò le piume e si levò in volo seguendo il raggio fuori della finestra...Tittei rise e fece "ciao"con la mano all'uccellino che volava via.


- una storia vera diventata favola per una bimba diventata veterinaria -
 

venerdì 14 febbraio 2014

S. Valentino...la leggenda

Il tentativo della Chiesa cattolica di porre termine ad un popolare rito pagano per la  fertilità, è all'origine di questa festa degli innamorati.
Fin dal quarto secolo A. C. i romani pagani rendevano omaggio, con un singolare rito annuale, al dio Lupercus. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un'urna  e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie.
Determinati a metter fine a questa primordiale vecchia pratica, i padri precursori della Chiesa hanno cercato un santo "degli innamorati per sostituire il deleterio Lupercus. Così trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima. 

il film più bello.


Amare significa non dover mai dire mi spiace.
(Love means never having to say you're sorry.)




I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.

 Jacques Prevert



«Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna mia quand’ella altrui saluta, / ch’ogne lingua deven tremando muta, / e li occhi no l’ardiscon di guardare. / Ella si va, sentendosi laudare, / benignamente d’umiltà vestuta; / e par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare» (Dante Alighieri)




 Amore che vieni amore che vai
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento

un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque ti ricorderai
amore che fuggi da me tornerai

e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore

fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai

venuto dal sole o da spiagge gelate
venuto in novembre o col vento d'estate

io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai

Fabrizio De Andrè



AUGURI
 

 

mercoledì 12 febbraio 2014

Il bivio...



Una strada con un biforcazione...un bivio...a destra o a sinistra?





   

Probabilmente tutti , più o meno, nella vita ci siamo trovati davanti ad un bivio, a volte per scelta, altre volte per obbligo e sulla decisione spesso si ritorna dopo anni e anni, specialmente quando le cose non vanno esattamente come vorremmo.
E se avessi fatto questo? e se avessi scelto l'altro?
Facile chiederselo, ma la risposta non sarà mai sincera.
A volte mi guardo indietro e mi chiedo se sarebbe stato diverso, se la mia vita ora sarebbe stata diversa e non so rispondermi.
Il primo bivio di cui ho memoria l'incontrai alla fine delle medie...amavo molto il disegno, l'arte in generale e già mi vedevo pittrice o architetto, ma avevo fatto i conti senza il mio prof. appunto di disegno...



 

Quasi scandalizzato da questa mia scelta disse ai miei genitori che il liceo artistico non era adatto per una ragazza, che mai avrei trovato lavoro, che era meglio decidere per altro...ricordo di non aver avuto molti scontri con i miei, ma quella volta le discussioni si prolungarono, per finire di decidere con la scelta delle Magistrali.
Mi pareva una scelta quanto mai diversa dai miei desideri e aspettative, ma , secondo altri con  prerogative più giuste e in fondo...non avevo sempre giocato già da piccola a fare la maestra delle...mie bambole?
E allora sia ...Magistrali, ma una piccola decisione riuscii ad ottenerla...
Venni iscritta alla Scuola Magistrale e diventai Maestra d'asilo...in fondo non avevo sempre amato i bambini piccoli?
Già allora la scelta in questo bivio mi portò a decisioni diverse...le amiche cambiarono, gli ambienti anche e la mia strada si stava incanalando in una direzione che io non volevo, ma a cui mi dovetti adattare...
Quanto invidiavo un'amica che era riuscita a frequentare l'Artistico!! Incontrarla con i suoi "tubi" in cui raccoglieva i disegni, sentirla parlare dei personaggi "alternativi"che aveva in classe, dei professori dalla mente creativa e fantasiosa, delle cose che faceva con piacere...piano piano cercai di non frequentarla più, ne soffrivo.

Chissà se mi fossi impuntata su quella scelta dove mi avrebbe portato la vita?
Forse sarei davvero diventata...magari non una pittrice, ma avrei vissuto e sperimentato  cose diverse, anche se ho comunque dipinto (senza onta ne gloria, ma principalmente per me), mi sono documentata sull'arte in genere e l'ho seguita per quanto era possibile, ma avrei voluto vivere in quell'ambiente : fra tele e colori, fra discorsi ed oppininioni sulle varie tecniche...forse troppo poetico?
Avrò sbagliato?
Sarei stata più soddisfatta e felice?



domenica 9 febbraio 2014

una domenica...

ore 9 (io dormo un po' di più...) - colazione personalizzata fronte Reggia di Venaria
 ore 11 ...terminato il piccolo topino (già adottato)


ore 15,30  mi avvio alla Gam per godermi la vista di De Pisis...non sia mai detto...coda di km .tempo previsto di attesa 2 ore, e quando mai! va bene la domenica, va bene la mostra speciale, va bene che c'è il sole, ma a tutto c'è un limite.



Complice il sole una bella camminata è piacevole...
Dove si va? MAO , no , non dai gatti , ma al Museo di Arte Orientale, che l'ho già visto 4 volte, ma che ogni volta mostra qualcosa di nuovo e oggi c'era qualcosa di nuovo..

Non è venuta molto bene come foto, ma era buio....un acquerello "sublime"

questa un po' meglio!

e poi ..il mio preferito


Guardiano del Tempio

  ventagli

 

 Kakemono, le tradizionali pitture Giapponesi su rotolo di carta, sono pannelli  collocati all’interno di uno spazio architettonico chiamato Tokonoma, letteralmente “spazio per la bellezza”.  Un luogo dove vengono esposte le cose più preziose di casa per poterne godere la bellezza.


Ore 20 Torino by night

in questo caso Porte Palatine

ore  20,30 take away cinese ...


pizza mozzarella e rucola

 

non male!
Buonanotte