Il mio viso

riflesso nello specchio
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lunedì 8 ottobre 2012

non riconosco più il mio quartiere...

da quando ero piccola vivo nella zona stadio - allargata (cioè a distanze differenti a seconda dell'età che ho avuto). Quando ero molto piccola (lo stadio non c'era ancora) era periferia quasi campagna, infatti ho imparato ad andare in bicicletta per strada, andavo al tempo della mietitura a cercare lucciole in mezzo ai covoni di grano, ho avuto amiche che vivevano vicino in fattorie in cui si allevavano pecore.
Poi a poco "dove c'era l'erba cresce il cemento" (come dice Celentano) e mentre anch'io crescevo il "quartiere" (chiamiamolo così) incominciava ad avvicinarsi al centro città, i palazzi aumentavano, le gente anche, ma continuava ad avere un "sentore" di periferia.
Poi mi sono sposata e sono rimasta nei dintorni (ho viaggiato parecchio, ma in quanto al "nido" non mi sono mossa molto!), intanto era stato costruito il nuovo stadio ( quello di adesso è il 2° nuovo stadio ricostruito per i bianco-neri al posto del 1°) e la zona era diventata piuttosto popolata, ma continuava a mantenere una sua atmosfera di periferia tranquilla e non tanto caotica.
questa è la zona anni '50


Negli anni recenti a poco a poco sta mutando tutto , la città sta diventando multi-etnica e qui si vede forse più che altrove....ma non ve la faccio tanto lunga, vi voglio parlare solo della piazza su cui si affaccia la mia via e delle attività che via via si sono create.
Il primo è stato il "kebabaro Gimmi" (nome di fantasia con cui si fa chiamare perchè il suo è impronunciabile...almeno per noi poveri italiani), è egiziano ed è ormai tanto tempo che lo conosco che mi saluta sempre con un bel ciao.
Il suo locale è la tipica "bettola" però etnica : lucine di Natale tutto l'anno, tavolini zoppicanti, igiene un po' sui limiti, tovaglie di carta, ma il piatto kebab (da lui si chiama così) con annessi e connessi (di tutto) è una botta allo stomaco non indifferente.
La sua clientela è piuttosto scelta, nel senso che non è molto frequentato da stranieri e alla sera chiude presto.
Un pettegolezzo... l'amministratore del condominio in cui è situato questo locale ha dovuto diffidarlo, non perchè non pagasse l'affitto, ma perchè usava lavare i pavimenti gettando secchi d'acqua e allagando così il cortile !!


 Ha cercato di insegnarmi a fare i panini come li fa lui, ma non sono mai riuscita a farli e in più fa un caffè da fare invidia a chiunque, parla del suo paese senza nostalgia ed ormai si è integrato.
Questo locale è stato il primo cambiamento della zona, ma non è rimasto il solo...poi è arrivato il call center-trasporto denaro...ma questa è un'altra storia....

5 commenti:

  1. Ciao Adriana anche nei piccoli paesi ormai si vedono negozi multi etnici la globalizzazione
    ci a portato questo.
    buona serata

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  2. Un po' l'idea mi piace e un po' no. Qui nella mia piccola isola siamo lontani anni-luce dalla realtà che racconti.

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  3. Credo cara Adriana che quanto racconti sia quasi normale,
    qui da noi in Svizzera è già da molti anni che questi negozi sia di oggetti e anche di alimentari e più ristoranti esistono direi da oltre 20'anni, forse è perché la cittadina è dove c è l'aeroporto internazionale di Zurigo.
    Immagina su 23000 abitanti siamo di oltre 24 nazioni, per questo ci sono tante attività straniere.
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

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  4. Ciao. Il mio "kebabbaro" di fiducia è in fondo a Via Po, quasi Piazza Vittorio. Pare pulito ed il suo cibo buono. Non ho ancora consultato i succhi gastrici, ma per ora non ho avuto problemi. Ciao!

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  5. conosco quel kebabaro, anche perchè a me piace la cucina etnica, ma qui nel mio quartiere è più degrado che altro.

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coccole...