questo libro ha delle particolarità : innanzi tutto non ha un inizio, ma diversi, si apre su pag. 7 scritta in rosso poi passa a pag. 22 scritta in verde...
OTAIRAUQITNA
Questa scritta stava sulla porta a vetri di una botteguccia, ma naturalmente così la si vedeva solo guardando attraverso il vetro dall'interno del locale in penombra.
Fuori era una fredda, grigia giornata novembrina e pioveva a catinelle. Le gocce di pioggia correvano giù lungo il vetro, sopra gli svolazzi delle lettere. Tutto ciò che si riusciva a vedere attraverso il cristallo era un muro macchiato di pioggia dall'altro lato della strada.
D'improvviso la porta venne spalancata con tanta violenza che un piccolo grappolo i campanellini d'ottone sospeso sul battente cominciò a tintinnare tutto eccitato e ci volle un bel po' prima che si rimettesse tranquillo.
Causa di questo scompiglio era un ragazzino piccolo e grassoccio, di forse dieci, undici anni. I capelli scuri gli ricadevano bagnati sul viso. il cappotto era molle di pioggia e tutto gocciolante, sul fianco pendente da una cinghia a tracolla, portava una cartella di scuola.
Era piuttosto pallido e senza fiato, ma in contrasto con l'affanno che lo aveva condotto fin lì, ora se ne stava sulla porta, immobile, come se avesse messo le radici.
Davanti a lui si apriva una stanza lunga e stretta che si perdeva verso il fondo in penombra. Alle pareti c'erano scaffali che arrivavano fino al soffitto, zeppi di libri di ogni formato e dimensione.
A quell'ora, tutti gli animali che vivevano nel Bosco frusciante si erano già rintanati.
Era mezzanotte e nelle cime svettanti dei giganteschi alberi centenari rumoreggiava un vento di tempesta. I tronchi, larghi come torri, gemevano e scricchiolavano.
D'un tratto un debolissimo bagliore di luce guizzò rapido a zig-zag nel sottobosco, si arrestò tremante qui e là, volò in alto, andò a posarsi su di un ramo e poi balzò via di nuovo in gran fretta. Era una sfera luminosa della grandezza di una palla per bambini e avanzava a grandi salti, ogni tanto toccava anche terra...
Era un Fuoco Fatuo. E aveva perduto la strada.....
Atreiu galoppava verso nord, sempre verso nord. Concedeva a se stesso e al suo cavallo soltanto le pause strettamente necessarie per dormire e mangiare. Cavalcava di giorno e di notte, sotto il sole cocente e sotto la pioggia, fra tempeste e temporali. Non si accorgeva più di nulla e non domandava più nulla a nessuno....
il libro non l'ho letto ma credo sia La storia infinita ... Atreiu
RispondiEliminanon so le volte che l'ho visto e lo riguardo ogni volta che passa in tv
buona serata ...
giusi_g
Il fantasy più bello in assoluto: La storia infinita di Michael Ende :)
RispondiEliminaun saluto
Xavier
Una favola spettacolare, che credo sia quella fatta pure sigli schermi dei cinema una decina di anni fa!!!
RispondiEliminaBuon pomeriggio cara Adriana, con un abbraccio forte.
Tomaso