Comunque nel 500, in mezzo ad un fervore di artisti e di personaggi illustri, qualcuna è riuscita a emergere. Le prime poetesse di un certo valore, furono donne vissute alle corti dove non mancavano libri e letterati con cui scambiare opinioni, insegnamenti ed esperimenti poetici. Le poetesse del Cinquecento furono tutte donne di cultura, sia le signore che "le cortigiane oneste o meno"
Singolare presenza quella delle cortigiane nell’Italia del Rinascimento, così vistosa e riconosciuta da assumere l’aspetto di un’istituzione. Roma e Venezia ne contavano un gran numero e alcune di esse sapevano a memoria il Petrarca, leggevano i classici latini, rimavano sonetti, suonavano e cantavano. Aggiungevano alla miseria del loro mestiere una personalità più alta, spirituale e artistica che le innalzava nell’opinione della gente. Vedevano ai loro piedi letterati insigni, grandi artisti, potenti prelati e anche re. Nelle loro rime si trova un platonismo amoroso.
La più celebre, tuttavia, resta Vittoria Colonna, dalla malinconia raccolta e dall’alta tempra morale, forse per la sua sorte di giovanissima vedova e la sua amicizia con Michelangelo che le fu devoto e avvolse il suo sentimento per lei in alte forme spirituali.
Vittoria in un disegno di Michelangelo |
Scrivo sol per sfogar l'interna doglia,
Di che si pasce il cor, ch'altro non vole,
E non per giunger lume al mio bel sole,
Che lasciò in terra sì onorata spoglia.
Giusta cagione a lamentar m'invoglia:
Ch'io scemi la sua gloria assai mi dole;
Per altra penna e più saggie parole
Verrà chi a morte il suo gran nome toglia.
La pura fè, l'ardor, l'intensa pena
Mi scusi appo ciascun, grave cotanto
Che né ragion né tempo mai l'affrena.
Amaro lagrimar, non dolce canto,
Foschi sospiri e non voce serena,
Di stil no, ma di duol mi danno il vanto.
Di che si pasce il cor, ch'altro non vole,
E non per giunger lume al mio bel sole,
Che lasciò in terra sì onorata spoglia.
Giusta cagione a lamentar m'invoglia:
Ch'io scemi la sua gloria assai mi dole;
Per altra penna e più saggie parole
Verrà chi a morte il suo gran nome toglia.
La pura fè, l'ardor, l'intensa pena
Mi scusi appo ciascun, grave cotanto
Che né ragion né tempo mai l'affrena.
Amaro lagrimar, non dolce canto,
Foschi sospiri e non voce serena,
Di stil no, ma di duol mi danno il vanto.
Tullia d’Aragona che nasce a Roma intorno al 1508, da Giulia Campana, cortigiana ferrarese di particolare bellezza, molto nota nell’alta società di allora, e, presumibilmente, da Luigi d’Aragona, nobile di sangue reale e cardinale tra i più in vista durante pontificato di Leone X.
AMORE UN TEMPO IN COSI' LENTO FOCO
Amore un tempo in cosí lento foco
arse mia vita, e sí colmo di doglia
struggeasi il cor, che qual altro si voglia
martír fora ver lei dolcezza e gioco.
Poscia sdegno e pietade a poco a poco
spenser la fiamma; ond'io piú ch'altra soglia
libera da sí lunga e fiera voglia
giva lieta cantando in ciascun loco.
Ma il ciel né sazio ancor, lassa, né stanco
de' danni miei, perché sempre sospiri,
mi riconduce a la mia antica sorte:
e con sí acuto spron mi punge il fianco,
ch'io temo sotto i primi empi martiri
cadere, e per men mal bramar la morte.
Amore un tempo in cosí lento foco
arse mia vita, e sí colmo di doglia
struggeasi il cor, che qual altro si voglia
martír fora ver lei dolcezza e gioco.
Poscia sdegno e pietade a poco a poco
spenser la fiamma; ond'io piú ch'altra soglia
libera da sí lunga e fiera voglia
giva lieta cantando in ciascun loco.
Ma il ciel né sazio ancor, lassa, né stanco
de' danni miei, perché sempre sospiri,
mi riconduce a la mia antica sorte:
e con sí acuto spron mi punge il fianco,
ch'io temo sotto i primi empi martiri
cadere, e per men mal bramar la morte.
Una persona davvero interessante, leggete qui
Ma la strada è ancora lunga...
Interessante la storia di Tullia d'Aragona che ad essere sincero non conoscevo assolutamente,mi ha colpito la frase del Teoli "era figlia dell'amore e visse sacra all'amore"....ne percepisco l'amore per la letteratura o la cultura in genere,l'altro genere d'amore forse era solo un paravento....
RispondiEliminacomunque,un post interessante,c'è sempre da imparare:-)
Ciao,buona serata!
Strano il connubio tra "cortigiane" e la cultura e la poesia in particolare.
RispondiEliminabuonanotte
Probabilmente era proprio l'unico modo per accedere alla cultura,un pò triste a pensarci bene,ma qualcosa dovevano pur inventarsi.....
EliminaSapevo qualcosa di Vittoria Colonna, mentre é una intensa scoperta quella che faccio qui a proposito di Tullia d'Aragona!
RispondiEliminaBuona Pasqua!
tanti auguri anche a te e ai tuoi cari
Eliminaquesto é proprio un bel post intelligente
RispondiEliminagrazie
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