Il mio viso

riflesso nello specchio
è il passato

Informazioni personali

martedì 21 giugno 2011

il tempo..

quello di cui volevo parlare è già qui , in questa immagine.

Purtroppo non ho molti che mi seguono e mi leggono perchè è un argomento in cui avrei piacere di sentire tanti pareri....
il fatto è questo : l'anno scorso (ma ancor di più indietro) ho passato davvero periodi buii, tanti problemi hanno creato la "mia depressione" poi la malattia e la morte di mia mamma hanno fatto il resto e in quei periodi il tempo era l'eterno nemico - non passava mai- chi avevo attorno continuava a ripetermi che dovevo impegnare il mio tempo con attività e hobby che mi piacessero e che facessero anche passare il tempo.
Così ho fatto : riunioni, palestra, passeggiate, volontariato, qualche mostra, lettura e naturalmente lavoro ai ferri.
Il tempo ...già, proprio lui, è passato ed ora che la "mia depressione" si è allontanata un po', mi capita una cosa strana....mi sveglio il lunedì mattina e mi pare che subito dopo sia già arrivato il fine settimana, accidenti adesso che la settimana è scandita dai vari impegni il tempo vola, sparisce, non ho più tempo paradossalmente , per nulla!
Qualcuno potrà dire...è non sei contenta?
No, no che non sono contenta, anzi, mi pare che tutto sfugga e vorrei fare cose che non riesco, guardo l'orologio per dire - ma è già....- come passa il tempo!
Ecco adesso mi pare di sprecarlo, adesso non lo godo più, non riesco più a dire -ma sono solo le...ho ancora tempo per fare altro-
Forse ho sbagliato a trovarmi tanti impegni? Forse è perchè ho finito i sogni e i desideri? Forse è perchè sto invecchiando e la vita si sta accorciando?
Mi trovo a pensare a cose di cui non vorrei , al fatto che vorrei tornare indietro e "rifare" la mia vita passata alla luce delle consapevolezze di adesso, e invece ne ho sempre meno e le consapevolezze non mi servono.
E se domani mi svegliassi...e fosse la fine?

giovedì 9 giugno 2011

Fabrizio De Andrè - Fila la lana

questa è una canzone per le knitters........
De Andrè è sempre stato il mio cantante preferito fin dal tempo delle prime canzoni.
Avevo fatto persino un percorso "romantico" a Genova, andando a vedere e percorrendo Via del Campo che sbocca in Porta della Vacca (si chiama proprio così!) ed immergendomi in quelle atmosfere che più che altro avevano odori neppur buoni , ma per me era poesia, lui scriveva poesia, cantava poesia.
Ho trasmesso questa passione per quelle canzoni a mia figlia, a quattro anni (voleva già fare la ballerina classica) ballava sulla Buona novella (il suo disco preferito, infatti ne ho due originali perchè il primo mettendolo lei sul giradischi - già si chiamava così allora - altro che i-pad- lo ha rigato irremidiabilmente) e a cinque ha conosciuto il suo idolo all'Isola Rossa in Sardegna e lei diceva - che bello che è- non era vero e oltretutto quella volta era anche un po' ubriaco .
Che bei ricordi però..

martedì 7 giugno 2011

brutti sogni


questa scritta anche se deturpa una parete ha un che di dolce e...stupefacente! L'amore come rende tutto straordinario.
Invece la mia notte è stata occupata non da incubi, ma più semplicemente da brutti sogni, sogni tristi, sogni penosi, di cui non ricordo molto (solo qualche volta riesco a ricordare ciò che sogno), so solo che riguardavano mia madre.
Non aveva molto senso alzarmi stamane, ma si deve, il mattino arriva per quello anche se rimarresti volentieri al calduccio tra le coperte che almeno loro ti abbracciano senza motivo e, se te ne avvolgi, ti stringono pure!
Comunque , mi sono alzata e ho scritto questo haiku.


Un sogno desta
tristezza inizia
nuovo mattino.

giovedì 2 giugno 2011

continua....


Oh, che bello, ai piedi della collina di stelline c'erano tanti oggetti : colorati, luccicanti, fruscianti, di tutte le forme e con tanti fiocchi : un gioco infinito.
E infatti, per tutta la notte, Macchia graffiò, morse, strappò, lacerò, fece capriole rincorrendo i fili.
Quando la luce dell'alba incominciò a dissipare l'oscurità, Macchia stanchissima, ma felice si diresse verso la sua morbida cuccia (dove non andava quasi mai) e si addormentò soddisfatta.
Aveva lasciato un vero campo di battaglia, con tanti feriti. Il salotto era un disastro : carte stracciate, fiocchi a brandelli, scatole mordicchiate...
Poi si sentirono : passi, corsette, sussurri, le finestre aperte, la luce che inonda la stanza e poi urla di disappunto.
Macchia aprì un occhio e si chiese a cosa fosse dovuto tutto quel trambusto, ma era troppo stanca per tutto il lavoro della notte e si riddormentò.
Quel Natale gli abitanti della casa bianca con le finestre rotonde, specie quelli più piccoli rimaseroun po' dispiaciuti e forse anche un po' arrabbiati, senza immaginare, invece, quanto fosse felice la gatta nera con la pancia bianca.

vi è piaciuta? allora in genere si cercava di avere il bis, ma la mamma era stanca, anche perchè a quel disastro aveva dovuto rimediare lei!!
E già , in genere, le mie favole erano inventate attorno ad avvenimenti quotidiani, prendendo spunti da ciò che succedeva ed allora avevamo anche un cagnolino.....ma questa è un'altra storia..



mercoledì 1 giugno 2011

una storia....





incomincia così: un bel raffreddore con il caldo, per fortuna il tempo mi ha aiutato mandando subito pioggia autunnale altrimenti...
Quindi complice l'obbligato internamento e precluse le uscite (è un po' problematico con il fazzoletto sempre sul naso!) mi sono dedicata alla lettura, ma una lettura del passato. Già, una splendida Viola disse che lei era fra quelle che non buttano nulla, appartengo anch'io a quella categoria e fra le cose stipate in un armadio, ho recuperato un quaderno in cui annotavo le fiabe che raccontavo prima di dormire ai miei bimbi ( avevano gusti particolari : prima una o due letta dai vari libri di favole , ma alla fine una inventata da me sul momento...era molto divertente perchè risvegliava la mia voglia di poesia e poi per fortuna , col passare del tempo si affezionarono a qualcuna e quindi dovevo solo fare delle varianti, la cosa però è iniziata con mia figlia a cui le raccontavo ma poi appena l'altro ebbe l'età di andare a letto un po' più tardi, si infilava accanto alla sorella nel letto ad ascoltare, lui si addormentava a volte prima , ma lei no!).
L'ho fatta lunga...ma volevo riportare una di quelle predilette anche se l'atmosfera non è estiva, ma questo temporale l'aiuta.
MACCHIA
Nella grande cucina della casa bianca con le finestre rotonde tutto era buio e silenzioso, anzi, quasi buio, perchè dalla finestra entrava il pallido chiarore della luna e quasi silenzioso, perchè il rubinetto non era stato chiuso bene e una goccia d'acqua , ogni tanto faceva sentire il suo "clip clap". (risatine ...)
Nella penombra, ad un tratto si udì un lieve fruscio e sulla parete bianca apparve una grande ombra con na strana testa e quattro lunghe , lunghe zampe : un mostro? (sospiro) Ma no, è Macchia, la gatta furbetta, tutta nera con la pancia bianca.
Come mai sveglia e all'erta? Macchia era la regina della casa, almeno di notte, mentre tutti dormivano lei poteva controllare ogni angolo e fare cose che di giorno non le erano permesse .
Le prime incursioni le faceva appunto in cucina, dove, guidata dal suo fine olfatto, riusciva a scoprire tutto ciò che di mangereccio era stato dimenticato.
Quella notte in particolare era stata fortunata nell'aria aleggiava un delizioso odorino che proveniva da un mobile. Un balzo ed ecco l'odorino farsi più forte : usciva da unostrano contenitore trasparente e frusciante, era grande e con una forma a cupola che lei non conosceva (avete indovinato? risolini...)
I suoi aguzzi dentini scattarono, ma l'involucro era un po' difficile da strappare : frusciava e scivolava...ma mai darsi per vinta...era quasi riuscita nell'intento, quando all'improvviso un lieve rumore la distrasse...
Sulla parete di fronte, si stagliò un'ombra : era gigantesca, con una grande gobba.
Macchia si mise al sicuro sotto una sedia e da lì, curiosa come solo un gatto sa essere nonostante la paura, si mise ad osservare quello strano personaggio. Infatti ora, non vedeva più l'ombra, ma chi la produceva ed acquattandosi lo seguì in salotto.
Di lì non era ancora passata e, oh meraviglia, c'era una grande collina a punta su cui scintillavano tante stelline, più belle di quelle che vedeva nel cielo buio la notte.
Lo strano personaggio si diresse verso la collina, si abbassò, produsse degli scricchioli e dei fruscii, poi si alzò, non aveva più la gobba e come era comparso, così scomparve (oooooh...).
Macchia si lasciò sfuggire un leggero miagolio : si era spaventata, doveva ammetterlo! Ma dopo poco la curiosità la spinse ad avvicinarsi, anche se con circospezione e diffidenza.

A loro non sono riuscita mai ad interromperla, ma qui lascio un po' di suspense.....