Il mio viso

riflesso nello specchio
è il passato

Informazioni personali

mercoledì 31 dicembre 2014

mercoledì 24 dicembre 2014

Auguri

Non poteva mancare questo cartone !



ecco i miei auguri a chi passa di qui....

venerdì 12 dicembre 2014

atmosfera natalizia del lontano ...1960




28 Dicembre 1958

Purtroppo è un periodo "buio" per me, ma guardandomi attorno non vedo molta allegria, aspettativa, speranza, gioia, attesa, c'è come una cappa grigia che incombe su tutti, è vero i problemi sono tanti e anche tanto difficili , potrebbe essere positivo se ognuno, magari proprio prendendo spunto dalla crisi cercasse di tornare al "vecchio" significato del Natale...io vi propongo un post che avevo già scritto anni fa, ma che mi pare attuale.

Sono piccoli ricordi dei miei Natali da bambina:

- Noi mica si stava in vacanza fino alla Befana, ma si scaglionavano le feste.
- Noi mica si faceva l'albero, a meno di averlo perchè si abitava in campagna, ma si faceva il presepio, con le stutuine di cartapesta, le montagne di carta e i laghi di stagnola, il muschio però si andava a cercarlo ed era principalmente compito di mio fratello.
- Noi ci si svegliava in un freddo "becco" perchè c'era solo la stufa, ma col contenitore dell'acqua calda, mamma l'accendeva presto, ma mai troppo presto.
- Per questo motivo noi ci si lavava come gli uccellini per non prender freddo.
- Noi si andava a dormire col pigiama di flanella a righe come i carcerati.
- Noi la sera di Natale si andava a Messa volenti o nolenti e in Chiesa faceva più caldo ed era tutto illuminato e il presepe era grande con le statue anch'esse grandi e noi si andava principalmente per vederlo e anche perchè non ci facevano restare certo a casa.
- E poi era l'unico giorno che si faceva tardi e tornando magari si incominciava a vedere cadere la neve, che allora si che nevicava.
- Noi poi a casa si correva subito a letto, sotto le coperte fredde e umide , ma a volte la mamma ci metteva la "boulle" che allora noi la chiamavamo "la borsa dell'acqua calda".
- E si cercava di addormentarsi subito sperando che Gesù Bambino, mica Babbo Natale, ci portasse qualche regalo. E per me quel Natale era stato ricco (forse era nevicato tanto e mio papà andava a spalare la neve per far su un po' di soldini) perchè mi aveva portato tante cose (anche il bambolotto di cui ho già narrato la storia Tom, scritto con una parola non più corretta).
- Noi anche se era festa ci si svegliava presto per vedere se era stato tutto un'illusione, ma per me era stata una sorpresa bellissimissima.
- Noi poi non si poteva tanto giocare perchè bisognava aiutare la mamma a fare pranzo.
- Noi si mangiava quasi sempre tra noi perchè non si avevano parenti vicino visto che i miei erano emigrati dal Veneto a Torino.
- Noi si mangiava a volte la gallina bollita e col brodo per gli agnolotti , se la mamma aveva potuto farli, poi le patate al forno (la nostra straordinaria stufa aveva anche il forno) e allora noi avevamo anche il dolce, non il panettone, ma un dolce con l'uvetta e i canditi che faceva la mamma, la "pinza" o castagnaccio si faceva poi per la Befana, già noi avevamo la Befana mica l'Epifania.
- E poi dopo i mandarini mentre gli adulti bevevano un pochino di più finalmente si giocava.
- Noi , se nevicava, nel pomeriggio si mangiava la "granita", mamma andava fuori a riempire i bicchieri di neve e ci metteva un po' di vino dolce (unico strappo alla regola per i bambini) e noi "pucevamo" col cucchiaino per farla sciogliere e ce la godevamo fino all'ultima goccia.
- Noi alla sera si andava a letto, nello stesso letto freddo, ma felici come non mai!

martedì 2 dicembre 2014

sono ancora qui...

dall'altra parte dello schermo...i giorni si susseguono più o meno sempre uguali, con una tristezza che si sta insinuando sempre di più, sempre più in profondo...giorni grigi, tutti uguali, dolori si assommano a dolori, ne risente la salute, l'umore.
Non riesco più neppure a scrivere, mi pare di non aver più nulla da dire, credo di non riuscire più a comunicare qualcosa di positivo.
Piove, piove e le gocce che scivolano sulle finestre inumidiscono anche la mia anima...

Uno sbattere di ciglia
ed è la nascita,
la nascita di una lacrima,
minusola, rotonda,
non vorrebbe staccarsi
dal ciglio,
ma poi,
piano piano
scivola sulla pelle,
salata e scintillante.
 Vive la sua 
brevissima vita
sulla guancia,
tra anfratti 
di piccole rughe,
 seguendo
una delle vie
già precedentemente percorse
da altre lacrime
per poi esalare
l'ultimo umidore
nella piega delle labbra,
lasciando di sè
un vago sapore di mare.





Ho creato una compagna all'amineko che avevo già fatto (  Amineko (gatto amigurumi) è stato inventato da una ragazza giapponese che si fa chiamare Nekoyama e che alimenta da anni un sito affascinante tutto dedicato ai gatti (quelli veri) e ai gatti amigurumi che lei fotografa in pose, scenette e anche in giro per il Giappone. La sua collezione di foto e di pupazzi è anche diventata oggetto di un libro irresistibile).



mimetizzato in un quadro di Vincent -una copia fatta da me, non certo alla sua altezza

posizione zen
 questo sotto è il suo compagno



giovedì 6 novembre 2014

Adesso...



Adesso,
solo adesso
che sento il dolore,
solo adesso scopro
cosa voleva dire amare,
solo adesso
che il pensiero
non sa dove andare.

Ma adesso,
solo adesso
che la mente
ha smesso di sognare,
solo adesso
so cosa vuol dire  pensare.

Adesso. solo adesso
che non posso camminare,
solo adesso
so dove vorrei andare.

Adesso,
solo adesso
che il dolore mi fa male,
solo adesso
so cosa avrei dovuto fare.

Adesso, solo adesso
che io penso di soffrire,
solo adesso
penso che dovrò morire.

mercoledì 15 ottobre 2014

13 le aquile di Torino

Corri lassù tra le nuvole senza limiti di velocità!

Te ne sei andato...la parte più commovente è stata la preghiera letta dal tuo amico e la scorta che ti hanno fatto con le moto i tuoi amici "delle aquile", con i motori rombanti e le giacche di pelle con le scritte ti hanno accompagnato fino alla tua ultima dimora, tutti più o meno della tua età , ma con ancora nel cuore questo desiderio di libertà...nel vento, in fondo anche tu sei nel vento!
Ti voglio bene.

foto da un film

lunedì 13 ottobre 2014

Lettera ad un fratello che se n'è andato...

Ciao Remo, com'è strano che una manciata di ore faccia la differenza tra l'esserci e non esserci più e tu non ci sei più.
Te ne sei andato così semplicemente come hai vissuto (NON SENZA SOFFRIRE PURTROPPO), te ne sei andato senza che potessi dirti "ti voglio bene" e anche questo l'ho detto troppo poco!
Perchè quando c'è tempo lo si lascia passare senza fare le cose di cui poi ci si pente?
Abbiamo vissuto un rapporto di un'altra generazione, fatto di poca confidenza e di quel pudore che limita l'esternarsi dei sentimenti, la vita non ci ha lesinato problemi, ma li abbiamo superati anche aiutandoci anche se silenziosamente.
Eri un uomo taciturno, di poche parole, ma di grande affetto e amore, ora tanti ti piangono, tutti a ricordare quello che fu, quello che facesti, quello che eri...
Anch'io ho tanti ricordi nel cuore , ho l'affetto che non ho lasciato trapelare, ho le ore che non ti ho dedicato per il timore del dolore, della malattia, del vederti consumare.
La tua vita era piena d'amore , dei tuoi cari, dei nipoti, degli amici, delle tante cose che facevi, dei quadri che dipingevi e anche delle torte squisite che creavi, tutto sempre con semplicità e mitezza, eri una splendida persona!
Voglio ricordarti di quando giovane uscivi con gli amici in moto e io ero troppo giovane e ti invidiavo, di quando tornasti a casa dopo un piccolo incidente con la camicia strappata pregandomi di cucirla in modo che mamma non se ne accorgesse o di quando mi chiedesti di ricamarti i jeans e il gilet (avevo ricamato un drago sui pantaloni e il segno della pace sul gilet) e poi tu li portavi nei raduni e io era molto orgogliosa che "il fratello grande usasse quegli indumenti",voglio ricordarti quando non potesti venire al matrimonio perchè c'era un funerale famigliare e ascoltasti la registrazione e poi voglio ricordarti quando facevamo le ferie insieme con le famiglie, i pranzi e le cene, ma non voglio ricordare il calvario che hai dovuto passare.
Fratello ti voglio bene!

sabato 11 ottobre 2014

per sorridere un po'...




 

Scritte apparse nelle sacrestie
  • Per tutti quelli che tra voi hanno figli e non lo sanno, abbiamo un'area attrezzata per bambini!
  • Giovedì alle 5 del pomeriggio ci sarà un raduno del Gruppo Mamme. Tutte coloro che voglio entrare a far parte delle Mamme sono pregate di rivolgersi al parroco nel suo ufficio.
  • Il gruppo di recupero della fiducia in se stessi si riunisce Giovedì alle 19. Per cortesia usate le porte sul retro.
  • Venerdì sera alle 19 i bambini dell'oratorio presenteranno l'Amleto di Shakespeare nel salone della parrocchia. La comunità è invitata a prendere parte a questa tragedia.
  • Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! E' un buon modo per liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti.
  • Tema della catechesi di oggi "Gesù cammina sulle acque". Catechesi di domani "In cerca di Gesù".
  • Il coro degli ultrasessantenni verrà sciolto per tutta l'estate, con i ringraziamenti di tutta la parrocchia.
  • Ricordate nella preghiera tutti quanti sono stanchi e sfiduciati della nostra Parrocchia.
  • Il torneo di basket delle parrocchie prosegue con la partita di mercoledì sera: venite a fare il tifo per noi mentre cerchiamo di sconfiggere il Cristo Re.
  • Il costo per la partecipazione al convegno su "Preghiera e digiuno" è comprensivo dei pasti.
  • Per favore mettete le vostre offerte nella busta, assieme ai defunti che volete far ricordare.
  • Il parroco accenderà la sua candela da quella dell'altare. Il diacono accenderà la sua candela da quella del parroco, e voltandosi accenderà uno a uno tutti i fedeli della prima fila.
  • Martedì sera, cena a base di fagioli nel salone parrocchiale. Seguirà concerto.

domenica 5 ottobre 2014

Un nuovo Museo...

il MEF ( Museo Ettore Fico) ma non solo opere di questo autore

dopo

prima
si, è stato fatto in uno stabilimento dismesso, in una zona un po' problematica per frequentazioni e quant'altro, sperando possa valorizzare i luoghi attorno.
Dentro è quanto mai accattivante : un museo tutto bianco con vari ambienti, scale , stanze e un terrazzo esterno...

  
Oggi l'ho visitato e devo dire che mi è piaciuto, una parte dei quadri non era (per me) molto entusiasmante, altri invece li ho molto apprezzati, ma quello che colpisce è l'ambientazione...ad es. prima dell'uscita dove in genere c'è lo shop, lì vi è una stanza con comodi divani , naturalmente bianchi, dove sfogliare cataloghi e libri d'arte...

ecco alcune fotografie
al fondo dove la galleria si affaccia sul terrazzo


ed ora qualche quadro


quadri di gomitoli di lana



questo è quello che mi è piaciuto di più...i glicini sono la mia passione!!



mercoledì 24 settembre 2014

Autunno




Veder cadere le foglie
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto, quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d’accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d’ippocastani.
Nazim Hikmet



lunedì 22 settembre 2014

Chi è...?

  mi è venuta tra le mani questa fotografia ( che ho postato sul blog, ma che da tanto non guardavo), un ricordo che è impresso nella mia mente, una gita a Genova , un periodo di contestazioni , la prima minigonna (si può chiamare così? a confronto di quelle di adesso era oltremodo castigata, ma per l'epoca........preistorica ).
Quello però che mi ricordo di più sono le scarpe (ora direi orrende, ma allora....), quanto ho risparmiato per poterle comprare  e non era facile perchè soldini tra le mani...pochi (i miei si erano rifiutati di comprarmele, non erano da signorina...in effetti!) ma io le volevo....le ho desiderate tanto, sono passata per mesi davanti al negozio guardandole con...bramosia e...le ho avute : di cuoio marrone , dure , mi facevano un male ai piedi terribile, ma stoicamente le ho portate fino a consumarle.
Evviva la gioventù (però ho imparato a non contestare mai sulle scarpe che si sono scelti i miei figli.......esperienza??)

Però ero carina no???? Certo che si!!!!

giovedì 18 settembre 2014

Tornare indietro...




-Noi, che le nostre mamme mica ci hanno visti con l'ecografia.
-Noi, che a scuola ci andavamo da soli e da soli tornavamo.
-Noi, che la scuola durava fino alla mezza e poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con papà).
-Noi, che eravamo tutti buoni compagni di classe, ma se c’era qualche bullo, ci pensava il maestro a sistemarlo sul serio.
-Noi, che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, mamma a casa te ne dava 2.
-Noi, che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.
-Noi, che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta, tutti felici.
-Noi, che avevamo le tute lucide acetate dell’Adidas che facevano fico, ma erano pure le uniche.
-Noi, che la gita annuale era un evento speciale e nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti.
-Noi, che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su internet.
-Noi, che la vita di quartiere era piacevole e serena.
-Noi, che non avevamo videogiochi, né registratori, né computer. Ma avevamo tanti amici lo stesso.
-Noi, che per cambiare canale alla TV dovevamo alzarci e i canali erano solo 2.
-Noi, che andavamo a letto dopo Carosello.
-Noi che aspettavamo con ansia di vedere la TV dei Ragazzi.
-Noi che ci entusiasmavamo alle imprese di Rin Tin Tin e ci commuovevamo con Lassie.
-Noi, che sapevamo che era pronta la cena perché c'era Happy Days e Fonzie.
-Noi, che guardavamo allucinati il futuro con “Spazio 1999”.
-Noi, che se la notte ti svegliavi e accendevi la TV vedevi solo il monoscopio Rai con le nuvole o le pecorelle di interruzione delle trasmissioni.
-Noi, che ci sentivamo ricchi se avevamo 'Parco Della Vittoria e Viale Dei Giardini'.
-Noi, che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
-Noi, che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più fico e che se anche andavi in strada non era così pericoloso.
-Noi, che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
-Noi, che avevamo il 'nascondiglio segreto' con il 'passaggio segreto'.
-Noi, che giocavamo a nomi-cose-animali-città.
-Noi, che ci divertivamo anche facendo Strega-comanda-colori.
-Noi, che ci mancavano sempre 4 figurine per finire l'album Panini (celo, celo, celo, celo, celo, celo,…. manca!).
-Noi, che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa, ma che a quelli degli altri suonavamo e poi scappavamo
-Noi, che compravamo dal fornaio pizza bianca e mortadella per 100 £ire (= € 0,050!) e non andavamo dal dietologo per problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare.
-Noi, che bevevamo acqua dal tubo del giardino, non dalla bottiglia PET della minerale ed un gelato costava 50 £ire (pari a € 0,025!).
-Noi, che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la “Bic”.
-Noi, che sentivamo la musica nei mangiadischi sui 45 giri vinile (non nell’Ipod)…… e adesso se ne vedi uno in un negozio di modernariato tuo figlio ti chiede cos'è.
-Noi, che al cinema usciva un cartone animato ogni 10 anni e vedevi sempre gli stessi tre o quattro e solo di Disney.
-Noi, che non avevamo cellulari (c’erano le cabine SIP per telefonare) e nessuno poteva rintracciarci, ma tanto eravamo sicuri anche ai giardinetti.
-Noi, che giocavamo a pallone in mezzo alla strada con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto.
-Noi, che trascorrevamo ore a costruirci carretti per lanciarci poi senza freni, finendo inevitabilmente in fossi e cespugli.
-Noi, che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercurio cromo, e più era rosso più eri fico.
-Noi, che giocavamo con sassi e legni, palline e carte.
-Noi, che le barzellette erano Pierino, il fantasma formaggino o c’è un francese-un tedesco-un italiano.
-Noi, che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
-Noi, che la Barbie aveva le gambe rigide.
-Noi, che….. il 1° Novembre era 'Ognissanti', mica Halloween.
-Noi, che…. l'unica merendina era il Buondì Motta e mangiavamo solo i chicchi di zucchero sopra la glassa.
-Noi, che il Raider faceva concorrenza al Mars.
-Noi, che a scuola le caramelle costavano 5 £ire.
-Noi, che si suonava la pianola Bontempi.
-Noi, che la Ferrari era Lauda e Alboreto, la McLaren Prost, la Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini e la Tyrrel a 6 ruote!
-Noi, che la penitenza era 'dire-fare-baciare-lettera-testamento'.
-Noi, che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
-Noi, che il Ciao e il Boxer si accendevano pedalando.
-Noi, che nei mercatini dell'antiquariato troviamo i giocattoli di quando eravamo piccoli e diciamo "guarda! te lo ricordi?" e poi sentiamo un nodo in gola.
-Noi, che siamo ancora qui e certe cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo.
-Noi, che trovammo lavoro tutti e subito. E ci sposammo presto.



domenica 14 settembre 2014

A volte ritornano...tra poco il primo giorno di scuola...



 ma per dirla tutta non me lo ricordo il primo giorno di scuola, mi ricordo con molta chiarezza altri e specialmente quello dei miei "bimbi".
Lei, già alta, la sua statura rivaleggiava con la lunghezza dei capelli che aveva pettinati più o meno così ma senza frangia, per l'occasione aveva indossato la sua maglietta preferita (era gialla) , aveva il suo zaino con i colori nuovi e profumati di legno (mica i pennarelli), temperino a cagnolino (era già quasi...veterinaria) e voleva scappare da me per arrivare prima in aula e io con gli occhi lucenti la guardavo andare via per così tanto tempo (era la prima volta che sarebbe stata da sola, anzi con una maestra senza di me, sapeva quasi leggere e scriveva in stampatello, glielo avevo insegnato io) ero quasi gelosa di quella persona, che l'avrebbe avuta accanto ( tra altri 17), quando torna a prenderla  (col fratellino neonato) mi corse tra le braccia e incominciò a raccontarmi e ..non smise più!
Tutta un'altra cosa 5 anni dopo per il suo fratellino, lui optò per un abbigliamento mooolto classico : pantaloni lunghi, camicia giallina, cravattina giallina a puntini piccolissimi verdi e gilet,( per l'occasione
 uno fatto da me), si allontanò subito e non volle che lo accompagnassi in aula. Quando lo andammo a prendere (dimenticavo anche la sorella lo accompagnò e rimase male pure lei di non poterlo accompagnare dentro : ma "lui non era mica piccolo - disse) era un po' sfatto e non parlò fino a casa nonostante l'incalzare di domande della sorella.
A casa , a pranzo saltò fuori la frase che spiegava la sua sofferenza presente e futura , "siediti" perchè stava ostinatamente in piedi, "non posso sono già stato seduto troppo e non ce la faccio più" e mangiò in piedi per poi precipitarsi ad allenarsi di scherma ( per sfogarsi disse).
Ricordo che quell'abbigliamento durò per tutte le elementari per trasformarsi poi in un totale abbigliamento sportivo , anche all'università faticava a rendersi presentabile per gli esami e ora da avvocato gli costa ancora di più.

 

E adesso com'è il primo giorno di scuola?
Forse è meglio dire come sono quelli precedenti...alla ricerca spasmodica di "quello zainetto particolare", penne e quaderni che già si sa come sono, i libri (non uno solo), e poi il "vestitino adatto", tutto tra corse ed affanni, non c'è mai abbastanza tempo...ma il primo giorno è lì...inesorabile!

domenica 7 settembre 2014

La tecnologia non conosce ostacoli...

La mia prima volta...non spaventatevi non voglio raccontare "quella prima volta", ma il primo incontro con un computer...avvenne penso..verso il 1985 con il Commodore 64, anzi a dirla tutta con il Commodore 128


Non vi racconterò la tecnologia, ma quello che mi incuriosì allora...era composto : dal "corpo" (la mente), "le mani" (la tastiera), "la memoria" (un registratore a cassette esterne), fili e aggeggi vari e , non ultimo, il joystick
 
ma la cosa più notevole era ...il manuale d'istruzioni o per meglio dire "l'enciclopedia"tale era la mole di quel astruso libro, naturalmente a casa venne usato "assolutamente" solo per i giochi, anche perchè non avevamo le nozioni per riuscire a fare altro...

 

questo era in assoluto quello che mi piaceva di più!

Poi si passò ai floppy disk


con questi (io li avevo solo neri o blu) ci lavorai parecchi anni (sempre con i miei Atti legali) e con stampanti esterne (gigantesche , rumorose, lente...)
 

questa è una recente...
Poi tutto ha incominciato ad andare in fretta ed ora non ci si rende conto di quanto sia tutto più pratico, più veloce, più preciso...(io addirittura ho scelto un carattere particolare che  pare scritto a mano...).
Fine della storia o meglio...arrivo!

venerdì 5 settembre 2014

Il mio cammino per arrivare ...al pc

La mia storia di "approccio " con la tecnologia parte da parecchio lontano...negli anni '70!
Anche se il mio indirizzo di studio (magistrali) non passava per la dattilografia, volli fare un corso per imparare a scrivere a macchina ed ebbi in regalo ...questa


un'Olivetti lettera 32 (già abbastanza evoluta).
 

Ma solo anni dopo incominciai il vero uso della macchina da scrivere (dovrebbe essere macchina per scrivere) naturalmente elettrica, però ricordo che all'epoca la macchinza era provvista di "martelletti" che imprimevano le lettere sulla carta...lavoro "duro" in quanto il mio consisteva nello scrivere Atti legali (ognuno consistevan 5 o 6 copie, il che voleva dire che si infilavano 5 fogli "uso bollo" cioè aperti e 4 carte carbone - qualcuno le conosce ancora?- e se capitava l'errore bisognava cancellarlo con la "gomma") che dovevano essere perfetti e naturalmente senza errori.
Dopo un po' di tempo la macchina venne rivoluzionata, perchè nel 1961 venne introdotta una specie di sfera con impressi i caratteri ( non era più il carrello della macchina a muoversi, ma bensì era la sfera -confidenzialmente chiamata "margherita"- a girare e quindi le macchine diventarono più compatte ed esteticamente più belle).
Più avanti vi fu una nuova innovazione, la videoscrittura, la macchina era dotata di un piccolo display  in cui scorreva la riga scritta e poteva essere corretta e poi stampata ( si era già alla fine degli anni '80), inoltre si potevano memorizzare  brevi testi e poi riprenderli senza riscriverli...molto utile per le "formule" che usavo negli Atti.

Più tardi ancora sono passata ad un'innovativa macchina di videoscrittura , quasi un computer...

aveva un piccolo schermo in cui veniva evidenziato ciò che si era scritto, poteva essere corretto e poi si stampava...era molto difficile, infatti per i "miei atti" dovevo sempre infilare gli uso bollo aperti, ma dovevo ricordare che prima dovevo dare l'input per stampare la 2° e la 3° pagina poi girarle e stampare la 1° e la 4°, un lavoro di "alta attenzione".

Poi...la storia continua...





sabato 30 agosto 2014

la Cavallerizza Reale è andata a fuoco...

Questa  è prima...quando già era in degrado, occupata ed abbandonata.

questo era diventata, ma prima, molto prima...

La Cavallerizza, luogo destinato agli esercizi e agli spettacoli equestri di corte, viene realizzata tra il 1740 e il 1742 dal Primo Architetto Regio Benedetto Alfieri (1699-1767) all’interno della “zona di comando” di Torino (parte del centro di Torino destinata ad accogliere le sedi rappresentative e amministrative del potere sabaudo), nell’area a levante dell’Accademia dei Paggi, fin dalle origini destinata a ospitare strutture adibite a maneggio. Prima dell’intervento di Alfieri il grande cortile dell’Accademia era diviso in quattro settori dalle maniche delle Scuderie realizzate tra il 1680 e il 1686 dall’ architetto ducale Amedeo di Castellamonte (1610-1683), che si dipartivano da un vano circolare (la Rotonda) che serviva da cavallerizza, formando una grande crociera.
Voluta da  Carlo Emanuele II di Savoia, che nel 1668 stabiliva la necessità di trasformare radicalmente il volto della città di Torino, dotandola tra l’altro di un prestigioso istituto, l’Accademia Militare, in grado di formare alti ufficiali, attingendo dalle giovani leve della nobiltà piemontese e non solo. La costruzione della prima parte “barocca” della Accademia Militare e della Cavallerizza Reale, che attraverso il Teatro Regio (terminato nel 1740) si collegavano a Palazzo Reale e al Duomo, con la Cappella della Sindone, costituisce il culmine di questo progetto architettonico e sociale, che significativamente univa tutti gli edifici nevralgici della capitale al sovrano e alla sua dimora. Amedeo di Castellamonte era l’architetto chiamato dai Savoia a elaborare un progetto unitario che non fu realizzato per intero, e subì modifiche nel corso dei lavori, ai quali si succedettero tra gli altri Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri. Nelle Relazioni sull’Andamento delle costruzioni per le fabbriche e le fortificazioni, conservate presso l’Archivio di Stato di Torino, la Cavallerizza si dichiarava eretta tra il 1740 ed il 1741 secondo il disegno di Benedetto Alfieri, per uso dell’Accademia Militare. La Cavallerizza mantenne fino alla fine dell’Ottocento la sua funzione di area delle attività di servizio al Palazzo Reale e agli edifici di comando dello Stato Sabaudo: giochi ed esercizi cavallereschi, maneggio, scuderie e riparo per le carrozze sono ricordati ancora negli stucchi e nelle decorazioni sui portali e sulle volte. Le scuderie, infine, vennero portate a compimento a metà Ottocento su progetti di Carlo Bernardo Mosca e di Ernesto Melano.

L'incendio (doloso) nella notte, oggi alle 17 ancora i pompieri versavano acqua ...



L'ultimo cavallo abbandonato in un cortile, ma almeno aveva fieno...