Il mio viso

riflesso nello specchio
è il passato

Informazioni personali

sabato 30 marzo 2013

Enzo Jannacci

Enzo Jannacci. Cantautore, cabarettista, tra i protagonisti della scena musicale italiana, oltre che cardiologo, si è spento ieri alle 20:30 a Milano all'età di 77 anni.



ora legale






mi raccomando ...se state dormendo mettete la sveglia per alzarvi alle ore 2 e mettere la sveglia avanti di un'ora e quindi tornate a letto alle ore 3!!!

venerdì 29 marzo 2013

Poetesse...continua

Nel 600 la presenza di poetesse (in Italia naturalmente) è piuttosto scarsa, a dir la verità anche di poeti.
Una delle poche che si ricordano è una nobile veneziana, tale Lucrezia Marinella , stranamente non si sa chi fosse la madre e dl cognome che acquistò dopo il matrimonio è meglio sorvolare (Vacca)...

Questa e la cagione, che le opere donnesche non hanno ne gloria ne buon volto; anchorche di perfettione forse avanzino, o almeno pari alle loro sieno [...] Ond'io essortero la Donna che vuol viver contenta, lieta, e lontana dall'invidia amar, e seguir la propria virtu [...] Se desiderate fama, non vi manchera fama senza ponervi a consumar lo'ntelletto in cose, ch'a voi sono piu tosto di danno, che altrimenti. E non affliggervi la mente, e il corpo, e farvi divenire livide, magre, pallide, e piene di malinconia, simili in tutto a quelle Arpie, che venivano, secondo l'Ariosto, a contaminare la mensa del re Etiopo .

Scrittrice molto prolifica...ma non sono riuscita a trovare una poesia



Arriviamo quindi velocemente nel 700..con una marchesa, patriota napoletana di padre portoghese, finita sul patibolo a soli 47 anni: Eleonora De Fonseca Pimentel (1752-1799), ecco la sua vita qui


Figlio, tu regni in Cielo, io qui men resto
Miseria, afflitta, e di te orba e priva;
Ma se tu regni, il mio gioire è questo,
Tua vita è spenta e la mia speme è viva.
Anzi la Fede e cresce e si ravviva,
E per essa al dolor la gioia innesto:
Chè il viver fora al paragon molesto,
E tutto ottien chi al tuo morir arriva,
E parte di tua gloria in me discende,
Chè l’esser madre di uno spirito eletto
L’alma devota in caritate accende.
Ma il laccio di natura in terra é stretto.
Ah, se per morire ancora in Ciel si stende,
Prega tu pace all’affannato petto! 







.ma solo verso la fine e quasi nell' 800 troviamo   poetesse degne di nota...

giovedì 28 marzo 2013

Poetesse nel Rinascimento

A poco a poco, con fatica, la donna ha cercato di ottenere uno spazio, una libertà, una pienezza di sè che la rendesse partecipe e uguale alla condizione dell'uomo...a parer mio, non c'è ancora riuscita.
Comunque nel 500, in mezzo ad un fervore di artisti e di personaggi illustri, qualcuna è riuscita a emergere. Le prime poetesse di un certo valore, furono donne vissute alle corti dove non mancavano libri e letterati con cui scambiare opinioni, insegnamenti ed esperimenti poetici. Le poetesse del Cinquecento furono tutte donne di cultura, sia le signore che "le cortigiane oneste o meno"
Singolare presenza quella delle cortigiane nell’Italia del Rinascimento, così vistosa e riconosciuta da assumere l’aspetto di un’istituzione. Roma e Venezia ne contavano un gran numero e alcune di esse sapevano a memoria il Petrarca, leggevano i classici latini, rimavano sonetti, suonavano e cantavano. Aggiungevano alla miseria del loro mestiere una personalità più alta, spirituale e artistica che le innalzava nell’opinione della gente. Vedevano ai loro piedi letterati insigni, grandi artisti, potenti prelati e anche re. Nelle loro rime si trova un platonismo amoroso.
La  più celebre, tuttavia, resta Vittoria Colonna, dalla malinconia raccolta e dall’alta tempra morale, forse per la sua sorte di giovanissima vedova e la sua amicizia con Michelangelo che le fu devoto e avvolse il suo sentimento per lei in alte forme spirituali.

Vittoria in un disegno di Michelangelo
La sua fu una vita piuttosto movimentata, rimase vedova giovane , ma poi si seppe circondare di artisti di fama tra cui l'Aretino e Michelangelo.

Scrivo sol per sfogar l'interna doglia,
Di che si pasce il cor, ch'altro non vole,
E non per giunger lume al mio bel sole,
Che lasciò in terra sì onorata spoglia.
Giusta cagione a lamentar m'invoglia:
Ch'io scemi la sua gloria assai mi dole;
Per altra penna e più saggie parole
Verrà chi a morte il suo gran nome toglia.
La pura fè, l'ardor, l'intensa pena
Mi scusi appo ciascun, grave cotanto
Che né ragion né tempo mai l'affrena.
Amaro lagrimar, non dolce canto,
Foschi sospiri e non voce serena,
Di stil no, ma di duol mi danno il vanto.


Tullia d’Aragona  che nasce a Roma intorno al 1508, da Giulia Campana, cortigiana ferrarese di particolare bellezza, molto nota nell’alta società di allora, e, presumibilmente, da Luigi d’Aragona, nobile di sangue reale e cardinale tra i più in vista durante pontificato di Leone X.
tullia
AMORE UN TEMPO IN COSI' LENTO FOCO

Amore un tempo in cosí lento foco
arse mia vita, e sí colmo di doglia
struggeasi il cor, che qual altro si voglia
martír fora ver lei dolcezza e gioco.

Poscia sdegno e pietade a poco a poco
spenser la fiamma; ond'io piú ch'altra soglia
libera da sí lunga e fiera voglia
giva lieta cantando in ciascun loco.

Ma il ciel né sazio ancor, lassa, né stanco
de' danni miei, perché sempre sospiri,
mi riconduce a la mia antica sorte:

e con sí acuto spron mi punge il fianco,
ch'io temo sotto i primi empi martiri
cadere, e per men mal bramar la morte.

Una persona davvero interessante, leggete  qui
Ma la strada è ancora lunga...

martedì 26 marzo 2013

Più femmine o più maschi?

E' innegabile che le poetesse conosciute della Storia siano in numero minore dei poeti maschi.
Inoltre la letteratura delle donne è stata sempre considerata minore solo perché non copiosa e divulgata come quella degli uomini.
Effettivamente il numero delle scrittrici è stato inferiore a quello degli scrittori, ma soltanto perché alle donne sono stati impediti la piena espressione e l’accesso alla cultura, essendo relegate alla vita tra le pareti domestiche.

La tradizione letteraria maschile si è imposta solo per la mancanza di una corrispondente tradizione letteraria femminile, determinata dal divieto ad accedere alle fonti del sapere.
Fattori storici, ambientali, di costume, problemi esterni, ne hanno ostacolato l’espressione letteraria, ed anche artistica, ma, guardando attentamente al passato, da Saffo fino ai giorni nostri, non mancano testimonianze rilevanti della loro produzione, che solo nel ventesimo secolo, quando la piena emancipazione lo ha consentito, è riuscita ad esprimesi  in modo completo, oggi la scrittura femminile s’impone in pienezza e creatività.
Di cosa hanno scritto le donne? Gli argomenti,diciamo così, non si discostano da quelli dell'altro sesso, anche se testimoniano le difficoltà culturali e ambientali e soprattutto l coniugare i due aspetti , famigliare ed esterno della loro vita.

La prima poetessa che si ricordi nella storia è SAFFO, greca vissuta dopo il 610 a.C. , conosciuta più che altro per inesattezze sulla sua vita ( vedi qui )


Simile a un Dio
Simile a un Dio mi sembra quell’uomo
che siede davanti a te, e da vicino
ti ascolta mentre tu parli
con dolcezza
e con incanto sorridi. E questo
fa sobbalzare il mio cuore nel petto.
Se appena ti vedo, sùbito non posso
più parlare:
la lingua si spezza: un fuoco
leggero sotto la pelle mi corre:
nulla vedo con gli occhi e le orecchie
mi rombano:
un sudore freddo mi pervade: un tremore
tutta mi scuote: sono più verde
dell’erba; e poco lontana mi sento
dall’essere morta.
Ma tutto si può sopportare…

Come vedete i sentimenti non cambiano...
Nella storia ellenistica sono molte le poetesse che la seguirono, per nominarne qualcuna : Erinna, Corinna , Eudocia.
Per quanto riguarda l'Italia, si deve attendere il 1200 con una poetessa fiorentina (ci sarà ben un motivo per cui "si andavan a lavar i panni in Arno") tale COMPIUTA DONZELLA (pseudonimo) 
A la stagion che 'l mondo foglia e fiora
acresce gioia a tutti i fin' amanti:
vanno insieme a li giardini alora
che gli auscelletti fanno dolzi canti;
la franca gente tutta s'inamora,
e di servir ciascun tragges' inanti,
ed ogni damigella in gioi' dimora;
e me, n'abondan marrimenti e pianti.
Ca lo mio padre m'ha messa 'n errore,
e tenemi sovente in forte doglia:
donar mi vole a mia forza segnore
ed io di ciò non ho disio né voglia,
e in gran tormento vivo a tutte l'ore;
però non mi ralegra fior né foglia.


lunedì 25 marzo 2013

Barcellona...quasi sconosciuta

quando vado a visitare una città non amo molto "fare il giro dei monumenti" (anche se chiaramente è d'obbligo visitarli) , mi piace "perdermi" nelle  strade e viuzze storiche dei vecchi centri,qui alcuni scatti avvenuti così.


il Barrio Gotico 

in alto : Carrer de Bisbe e  Parco della Ciutadella
una porta laterale della Sagrada Familia e Arc de Triomf
Tibidabo  e Chiesa di S.G. Bosco
questa Chiesta è sovrastata dal Temple de Sagrat Cor con la statua gigantesca di Cristo (che tutti conoscono)
Casa dell'Arcadia
Sede del Museu Picasso
nel Barrio Gotico si trova il Museo di Picasso, un museo straordinario, in cui ho scoperto un Picasso che non conoscevo : le sue opere giovanili che apprezzo molto di più. Del resto anche lui scriveva così : "« A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino. »
Qui potete fare un giro...
viaggio virtuale nel Museo

e qui potete vedere l'ingresso


autoritratto


autoritratto nel periodo cubista
Immagine
reinterpretazione del famoso quadro di Velàzquez.

la Celestina
e mi fermo qui.

domenica 24 marzo 2013

soluzione...



era questo il libro...







un libro...

che sta bene con ...la primavera....


"Miagolare l'idioma degli umani è tabù".
Così recitava la legge dei gatti, e non perché loro non avessero interesse a comunicare. Il grosso rischio era nella risposta che avrebbero dato gli umani. Cosa avrebbero fatto con un gatto parlante? Sicuramente lo avrebbero chiuso in una gabbia per sottoporlo a ogni genere di stupidi esami, perché in genere gli umani sono incapaci di accettare che un essere diverso da loro li capisca e cerchi di farsi capire. I gatti sapevano, per esempio, della triste sorte dei delfini, che si erano comportati in modo intelligente con gli umani e così erano stati condannati a fare i pagliacci negli spettacoli acquatici. E sapevano anche delle umiliazioni a cui gli umani sottopongono qualsiasi animale che si mostri intelligente e ricettivo con loro. Per esempio i leoni, i grandi felini, obbligati a vivere dietro le sbarre e a vedersi infilare tra le fauci la testa di un cretino; o i pappagalli, chiusi in gabbia a ripetere sciocchezze. Perciò miagolare nel linguaggio degli umani era un grandissimo rischio per i gatti.


Ti vogliamo tutti bene, Fortunata... Non ti abbiamo contradetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall'uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. 

Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. È acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole ed arriva sempre come ricompensa dopo la pioggia. Apri le ali...
... Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo.

da PensieriParole

da PensieriParole

venerdì 22 marzo 2013

La giornata dell'acqua






Sapete che in una tazzina di caffè si nascondono 140 l. di acqua? 135 l. in uovo e 2.400 l. in un hamburger.

Le persone che continuano a non avere accesso all'acqua potabile sono circa un miliardo e 2,5 miliardi di esseri umani non dispongono di servizi igienico-sanitari decenti. La somma di questi due dati ne produce un terzo: ogni 20 secondi un bambino muore per mancanza di acqua pulita. I rapporti delle Nazioni Unite si sforzano di mostrare il bicchiere mezzo pieno: in alcune aree del pianeta la situazione lentamente migliora.

Entro il 2025 quasi due miliardi di abitanti del pianeta vivranno in regioni ad alto rischio di crisi idrica. E mentre un cittadino europeo consuma in media tra i 200 e i 250 litri di acqua al giorno, uno dell'Africa Sub-Sahariana arriva a stento a 20 litri. 

Anche noi fortunati possiamo fare qualcosa, almeno non sprechiamola.

Il decalogo - Per tutelare la preziosa e insostituibile risorsa, l'associazione ambientalista ha stilato un elenco in dieci punti. 
1. Chiudi il rubinetto mentre ti insaponi 
2. Per lavarti i denti usa un bicchiere
3. Installa i riduttori di flusso ai rubinetti
4. Fai una doccia (breve) anziché il bagno 
5. Ripara i rubinetti che perdono
6. Per lavare la frutta non usare l'acqua corrente, basta una bacinella 
7. Fai funzionare elettrodomestici, lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico
8. Riempi un catino per lavare piatti e stoviglie 
9. Se hai un giardino, d'estate irriga le piante al mattino presto o di sera 
10. Lava l'automobile in una stazione self-service.