Il mio viso

riflesso nello specchio
è il passato

Informazioni personali

giovedì 31 maggio 2012

Meryem Ana ovvero la casa di Maria

ad una 10 di km. da Efeso, stupenda e grandiosa città archeologica, vi è una  piccola e umile costruzione: la Casa della Madonna,dove avrebbe trascorso i suoi ultimi anni, visitata anche dai papi Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI è stata restaurata nel 1951. Dopo un piccolo nartece del VI sec. si entra nella casa-santuario, ove è una piccola sala-soggiorno e la sala del focolare, corrispondente oggi al presbiterio, altare e abside. Sulla destra, una piccola sala che corrisponderebbe alla camera da letto. Attorno al santuario c’è la fontana della Vergine, dove scorre acqua fresca e potabile, mentre prima del santuario è stata ritrovata una grande vasca, forse per la raccolta di acqua utile all’irrigazione degli orti circostanti (ora però è tutta selva).
E' un luogo di vera pace, in una grande foresta piena di canti di uccellini e mormorio d'acqua.


 qui il link di quel pacifico luogo.
Quando l'ho visitata io non era così commerciale, era davvero un luogo di pace, perso in mezzo alla foresta, senza turisti e ancora intatto.
Logicamente il turismo vuole le sue vittime e in questo caso, ha perso tutta la spiritualità che emanava.
Efeso invece merita questo video molto di più delle mie fotografie.

lunedì 28 maggio 2012

Ricordi...Kekova (Turchia)

dovrebbe essere una zona protetta, in cui non si fa balneazione e dove non dovrebbe abitare nessuno, ma come vedrete dalle foto (anch'esse del 1990) già allora era frequentata.
E' un'isola con i resti semi sommersi dell'antica Apollonia , distrutta da un terremoto e poi ricostruita in epoca bizantina.
Kalekoy è un sito archeologico della civiltà  Licia, parzialmente sommerso.
A pelo d'acqua si possono vedere i resti di mura, case, con porte e vie.
E' raggiungibile solo via mare e sulle barche che accompagnavano si potevano avere belle sorprese!!!
per un lungo pezzo ci hanno accompagnato i delfini

sulla barca che beccheggiava hanno improvvisato una "danza del ventre" solo accompagnata dai battiti delle mani

qui c'è la città sommersa, si poteva visitare in apnea

non sono cassonetti per l'immondizia...ma sepolcri della civiltà Licia
donne al lavoro ai telai (tappeti bellissimi) e camello in attesa di fotografia
E' un posto bellissimo ed è un'esperienza unica vedere sotto la barca le vestigia di una città, vie percorse dai pesci, mura rese uniche dalle colonie di conchiglie e coralli, case con abitanti marini...una favola!

Vi propongo questo video, è un po' lungo ma si può ammirare in modo migliore, delle mie "povere" foto questo luogo e quelli vicini
http://www.youtube.com/watch?v=apBB0Cz8n6A

venerdì 25 maggio 2012

Ricordi 1990...Cappadocia

Ho già parlato della Cappadocia, quella parte interna della Turchia in cui ci sono le chiese rupestri, i famosi "camini delle fate", chiese e altro, è una parte che io amo molto e ora voglio proprorvi delle foto ..d'epoca di ambienti quotidiani. Ho sempre avuto, nei miei viaggi, il desiderio di ricordare piccoli spaccati umani e non, piuttosto delle grandi architetture, perchè mentre certe cose si possono trovare in tante produzioni turistiche (ora tanto di più con internet) alcuni particolari che ci capitano non li troveremo più e piano piano se ne andranno anche dalla nostra memoria.
Ecco allora qualche mio ricordo.....
si arriva...così

una delle chiese rupestri
era usuale vedere queste scene, notate che la "signora" è seduta proprio sulla paglia

anche gli asinelli hanno bisogno di un po' di ombra

vicino al vecchietto c'è il mio "bimbo"
Nel luogo della foto di sopra abbiamo conosciuto un abitante di Goreme, già perchè lui viveva in una di queste case di tufo, (anche se era dichiarato patrimonio dell'Umanità già allora) e ci portò gentilmente a casa sua, dove una moglie che stava spazzando con una piccola scopettina dei gradini ci offrì uno di quei the turchi densi e scuri (lo fanno bollire due volte). Ricordo che restammo impressionati dal luogo in cui vivevano (lui, moglie almeno due bimbi grandicelli e un'infante): era una stanza scavata nel tufo di circa tre m. per tre, non vi erano mobili, solo gradoni , il tutto ricoperto da tappeti, ci togliemmo le scarpe ed entrammo (la moglie si era eclissata in un stanzetta vicina dove probabilmente aveva una parvenza di cucina), in un angolo era appesa un'amaca dove era addormentato il pargolo più piccolo e miracolo della tecnologia, in un altro angolo era posizionata una tv delle più grandi di allora, non c'era altro.
La moglie arrivò con un vassoio di bicchierini scompagnati colmi di thè e ce li distribuì con un bel sorriso...ecco queste sono le cose che io amavo fare nei miei viaggi, mescolarmi con gli altri, scoprire i loro costumi.
Restammo un po', non ci capivamo perchè loro (lui perchè la moglie sparì subito) non sapevano che il turco, ma ci facemmo molti sorrisi e molte risate mentre lui cercava di farci capire che attraverso la tv scopriva il mondo!

giovedì 24 maggio 2012

Siria 1977

Palmyra, l'antica Tadmor (palma) fu una città molto antica, ma forse la sua storia più conosciuta è quella all'epoca della regina Zenobia che nel 270 osò contrapporsi all'Impero Romano con la volontà di creare un impero da contrapporre a Roma.
Regina guerriera conquistò Arabia, Palestina , Egitto, poi si spinse fino alla Cappadocia, ma nel 272 Aureliano riconquistò a poco a poco tutte le province e la sconfisse presso Antiochia, Zenobia e il figlio ripararono a Palmyra, ma furono catturati.
In quel frangente la città non ebbe a subire nulla, ma l'anno dopo scoppiò una ribellione e la città fu rasa al suolo e come era abitudine romana "cosparsa di sale" in modo che non crescesse più nulla, a poco importava che fosse già in mezzo al deserto.
Rimangono le rovine sparse nel deserto che offrono uno spettacolo grandioso al tramonto.
Palmyra

lo sceicco e me mooolto più giovane!

deserto e cammelli
all'epoca era così, ora un po' ricostruita...è così

martedì 22 maggio 2012

un ricordo di tanti anni fa

mitica camminata!!
nonchè mitico ballo!

ma una canzone che ancora mi emoziona....

 una versione..d'annata

sabato 19 maggio 2012

due chiacchere sotto la Mole

beh, forse un po' più vicino a Piazza Castello. Cielo grigio su e pioggerellina umida giù, ma non ci importava molto, tante chiacchere con Viola (       ) e un giretto "multietnico".


non è un suk arabo, ma il mercato domenicale "abusivo" di porta Palazzo
Abbiamo poi visitato una nuova catena di negozi veramente piacevoli.
lascio il link da visitare Tiger, è un negozio danese davvero piacevole.
Dopo ci siamo avviate verso Porta Nuova e lei è tornata nel suo mondo.

com'era...

com'è.

Grazie "Viola" del piacevole pomeriggio e ..a rifarlo!

giovedì 17 maggio 2012

Museo egizio del Cairo?...no, di Torino

nonostante la mia "eterna" passione della storia egiziana (all'epoca ho anche fatto un corso di "geroglifici") non sono mai riuscita ad andare a visitare il Museo del Cairo (in Egitto non ci sono mai stata anche se ho visitato Marocco e Siria), ma in compenso ho visitato innumerevoli volte quello di Torino.
Abbiamo poco da invidiare perchè il "nostro" è il secondo al mondo e , a mio parere , con la nuova "ambientazione (anche se avrebbe bisogno di più spazio e di essere collocato in ambiente più consono - avevano ventilato di spostarlo alla Reggia di Venaria, ma le statue colossali non sapevano da dove farle uscire, per cui è rimasto lì) è diventato un luogo assolutamente da visitare.
La sua storia inizia nel '600 quando i Savoia acquisiscono dai Gonzaga di Mantova la "Mensa Isiaca", una tavola di bronzo con raffigurazioni di cerimonie religiose dedicate alla dea Iside. Nel '700 Carlo Emanuele III di Savoia invia in Egitto il naturalista padovano Vitaliano Donati, dalla spedizione nella Valle del Nilo pervengono a Torino la statua della dea Iside, le statue del faraone Ramesse II e della dea Sekhmet. Il periodo tra la fine del '700 e l'inizio dell' '800 è fondamentale per la crescita del Museo e per tutta l'Egittologia; nel 1799 la spedizione scientifica, al seguito dell'armata napoleonica nella Valle del Nilo, inizia la stesura di una documentazione che fa conoscere in Europa, ambiente, vita, costumi, arte e storia dell'Egitto di età faraonica e di lingua e cultura araba.
E' costituito da oltre 8000 oggetti con grandi statue, papiri, stele, sarcofagi e mummie, oggetti di bronzo, amuleti e monili e oggetti della vita quotidiana come: vasellame, cibi, utensili, cofani e ceste, sgabelli, stoffe e oggetti di cosmesi con parti di parrucche, specchi, pettini, spilloni, vasetti per pomate e unguenti. La collezione è caratterizzata da documenti eccezionali (tratti del Libro dei Morti) espressione dell'arte, delle tradizioni religiose e funerarie e della vita quotidiana. 

Questa è una piccola parte di ciò che si può ammirare...
La parte che può interessare è la tomba di Kha e la moglie Merit, architetto
visitarlo ne vale assolutamente la pena.

martedì 15 maggio 2012

Villaggio Leumann

Alle porte di Torino, ormai quasi inglobato alla città, resiste ancora una Borgata costruita verso la fine dell'Ottocento in stile liberty.
Qui nel 1875 Isaac Leumann e il figlio Napoleone decisero di installare un nuovo sito produttivo che lavorasse il cotone.
Il Cotonificio Leumann sarà destinato ad un crescente successo sino a diventare un'azienda di notevoli dimensioni e prestigio. Tuttavia Napoleone Leumann non creò soltanto un'industria con un annesso nucleo residenziale, bensì un'area ben definita in cui lavoro, famiglia, tempo libero, istituzioni sociali e previdenziali erano strettamente connessi fra loro, formando un contesto socialmente evoluto ed efficiente. 
Malauguratamente, nei primi anni Settanta la crisi occorsa al settore tessile e una gestione poco avveduta degli eredi portò alla progressiva chiusura del glorioso Cotonificio Leumann. La sorte dell'intero villaggio sembrò compromessa dallo spettro della speculazione edilizia ma una tempestiva e consapevole operazione di mantenimento ha permesso di conservarlo pressoché intatto, nonostante la crescente e disordinata urbanizzazione circostante.


Il complesso, realizzato tra il 1875 e il 1907, in stile Liberty dall'ingegner Pietro Fenoglio, è costituito da due comprensori residenziali a latere dell'ex stabilimento tessile, estendendosi per circa 60.000 metri quadrati e ospitava originariamente circa un migliaio di persone tra operai, impiegati e relative famiglie. Esso comprende ancora al suo interno 59 villini e case divisi in 120 alloggi, ciascuno provvisto sin dal principio di servizi igienici annessi e un giardino condiviso al piano terreno.
Attorno alle abitazioni vennero gradualmente realizzati anche gli edifici necessari ad una piccola comunità, ovvero: la scuola elementare, una palestra, i bagni pubblici, una chiesa, una cooperativa alimentare, una piccola stazione ferroviaria, un albergo e il Convitto delle Giovani Operaie. Inoltre, all'interno dello stabilimento vi trovavano luogo la mensa ma anche un ambulatorio, un asilo nido, un ufficio postale e un circolo sportivo.

Il Villaggio Leumann è stato elevato a Ecomuseo sulla Cultura Materiale della provincia di Torino. È sede di un Centro di Documentazione, di saltuarie rappresentazioni espositive, teatrali ed è regolarmente visitabile da scolaresche e da comitive come esempio di villaggio operaio conservato integralmente.
Stazionetta 
 Nel 1903 Napoleone Leumann, che già si serviva della linea ferroviaria per trasportare le proprie merci nel magazzino di Piazza Statuto, decise di far costruire la stazionetta di fronte all’ingresso del cotonificio per consentire ai lavoratori pendolari di raggiungere il posto di lavoro più agevolmente. È un piccolo edificio in legno circondato per tre lati da un piccolo porticato il cui interno era originariamente costituito da un unico locale adibito a biglietteria e sala d’attesa.
Chiesa di S. Elisabetta


venerdì 11 maggio 2012

Mafalda...

ha compiuto 50 anni , ma non li dimostra, è sempre la "caustica" bambina di sei anni con la mentalità da fare invidia ad un adulto.
Mafalda





giovedì 10 maggio 2012

ho notato che

qui a Torino per le scritte sui muri ci stiamo evolvendo.
Parecchi anni fa erano incominciate ad apparire le scritte "Dio c'è", anche sulla tangenziale.
Conoscevo anche chi le faceva : era un omone che andava in giro vestito di un saio bianco, capelli lunghi e a volte al seguito, madre anziana, distibuiva santini che aveva "benedetto" lui, ogni tanto incappava con le forze dell'ordine , ma era per lo più innoffensivo.
Ora però le scritte si sono evolute e sono aumentate, non so se dietro ci sia ancora lui (non era giovanissimo all'epoca).


Da poco siamo entrati nell'era moderna con scritte in inglese e biglietti attaccati in ogni dove (perfino a terra)
che sia un aumento di religiosità.........?

martedì 8 maggio 2012

il lustrascarpe...un antico mestiere

da noi, come dimostra questo spezzone di film, un modo per sfruttare i bambini , come molti altri mestieri di una volta.
In alcuni paesi, non molto lontani, quali Turchia, Marocco, sono molto diffusi ancora adesso.
Ragazzi e adulti muniti della loro "scatola da scarpe" molto folcloristica e lucida, passano la giornata sul marciapiedi, giustamente "tra i piedi delle persone", ma attenti a non pagare subito perchè potreste ritrovarvi con una scarpa lucida e una no!
Inoltre , come ogni cosa, bisogna contrattare il compenso e come è successo a me, si trovano anche quelli che ti lucidano i sandali e...ti colorano i piedi!




sabato 5 maggio 2012

Anche questo è ...Torino

la cappella della Sindone in un cielo da pioggia

là in fondo le Porte Palatine nel loro parco (solo nella parte dietro...davanti è meglio non vedere)

Duomo con cinquecento da "matrimonio"

e si andava verso il








 di cui l'opera migliore ..il Guardiano celeste

  

         Mao fateci un giro anche voi