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sabato 19 novembre 2011

Geisha - 2 parte


Lei si dipinge il viso  per nascondere il viso
I suoi occhi sono acqua profonda.
 Non è per una geisha desiderare.
Non è per una geisha provare sentimenti.
La geisha è un’artista del mondo, che fluttua, danza, canta, vi intrattiene.
Tutto quello che volete.
Il resto è ombra.
Il resto è segreto…

Le geisha oggi

Una via dell'hanamachi di Gion, a Kyōto.
 
Ai giorni nostri, il rituale di formazione ed educazione della geisha non è molto diverso da quello di cento anni fa. Le discipline in cui ogni geisha si deve specializzare sono le medesime, e la serietà con cui vengono offerte è sancita dal kenban (検番 ?), una sorta di albo professionale che obbliga coloro che vi sono iscritte al rispetto di regole morali ed estetiche molto severe, dall'abbigliamento, al trucco, allo stile di vita.
Il loro salario, inoltre, è fissato da organi statali appositamente adibiti; a costoro la geisha deve far sapere a quali incontri ha partecipato e per quanto tempo, perché essa possa ricevere lo stipendio in base al numero di clienti ed al tempo, e perché l'ufficio possa mandare il conto al cliente. In questo modo le geisha non sono più legate economicamente all'okiya, che per legge non può più far contrarre dei debiti alle sue geisha. Il tempo che viene loro pagato è misurato in base a quanti bastoncini di incenso bruciano durante la loro presenza, ed è chiamato senkōdai (線香代? "compenso del bastoncino d'incenso") o gyokudai (玉代? "compenso del gioiello"). A Kyoto, invece, si preferiscono i termini ohana (お花? "compenso del fiore") e hanadai (花代? con lo stesso significato).
Ancora oggi, comunque, le geisha esistono, sebbene in minor numero. Le comunità che resistono sono principalmente quella di Tokyo e quella di Kyōto, la più importante. 
 Le geisha sono donne nubili, e possono decidere di sposarsi solo ritirandosi dalla professione. Se anche gli impegni di una geisha possono includere anche intrattenimenti di tipo amoroso, questo non è previsto nella sua professione. Una vera geisha non viene pagata per fare sesso, anche se può scegliere di avere relazioni con uomini incontrati durante il suo lavoro, sebbene mantenute al di fuori del contesto del suo lavoro come geisha.
 Una serie differente di regole e di rituali diversi da seguire, contraddistingue l'essere una geisha o una maiko e a prima vista si possono riconoscere le differenze fra le due donne anche dal diverso modo di apparire esteticamente. Innanzitutto la Maiko porta sempre il pesante make-up, mentre man mano che il tempo passa e si appropinqua a diventare una Geisha, questo si fa più leggero. Addirittura dopo tre anni che una donna è diventata Geisha, può decidere di alleggerire così tanto il trucco fin quasi a farlo scomparire dal volto. Il significato sta nel fatto che la geisha mostra la sua bellezza non tanto nell'aspetto esteriore, ma soprattutto in quello interiore, che si manifesta in una assoluta padronanza delle varie discipline artistiche.

Il make-up di una Maiko un tempo era eseguito con polveri particolari piuttosto tossiche che risultavano estremamente dannose per la pelle. Attualmente, però, questo inconveniente è stato superato dalla presenza sul mercato dei vari cosmetici del tutto sicuri. Si utilizza una cera oleosa che si scalda sfregandola tra le mani e si applica su viso, collo, petto e nuca. La pasta permette poi alla polvere bianca, applicata con una spugnetta, di aderire perfettamente alla pelle. Di solito nell'applicazione si lascia una linea neutra che contorna tutta l'attaccatura dei capelli, dando così l'effetto di indossare una maschera. Sul retro del collo si lasciano invece due linee a "V" neutre, ritenute sensuali. Nelle occasioni speciali (ad esempio quando una Maiko diviene Geisha) si disegnano invece tre linee.

Bisogna fare molta attenzione nell'eseguire il make-up, dato che il minimo errore non può essere corretto e implica di dover di nuovo cominciare da capo. Le sopracciglia sono tinte con una tonalità sul rosso, che si scurisce man mano che passa il tempo e ci si appresta a diventare una Geisha (fino a volte a scomparire del tutto). Allo stesso modo, cambia anche il trucco della bocca: le Maiko dipingono solo la parte centrale inferiore delle labbra (dato che in Giappone, in passato, le labbra molto piccole erano ritenute sensuali e seducenti). Dopo il primo anno, possono colorare anche una piccola parte del labbro superiore, ma mai riempiendolo del tutto. Questa possibilità è permessa solo alle Geishe. 




L'abbigliamento

Nelle occasioni importanti un susohiki, detto anche hikizuri (suso è il la parte inferiore del kimono, hiki significa trascinare) è il kimono più elegante di una geisha o di una maiko . Lo indossano soprattutto per danzare e cantare.
E' un kimono più lungo degli altri e con l'orlo leggermente imbottito in modo da ricadere a terra elegantemente . Il susohiki non viene ripiegato in vita in modo da sollevare l'orlo da terra, ma questo viene lasciato come elegante strascico.

Nelle feste eleganti , i tatami stesi a terra proteggono dall'usura lo strascico mentre all'esterno le geishe camminano sostenendolo ripiegando e sollevando l'orlo
con la mano sinistra in un gesto chiamato hashori, facendo vedere il nagajuban che ovviamente è in colore e motivo coordinato al kimono, e la fodera del kimono stesso, anch'essa decorata.

Una geisha indossa il kimono tutti i giorni , e' parte della loro arte e della loro professione
Le geishe preferiscono motivi un po' inusuali, diversi dalle solite peonie e fiori di pruno che abbondano sui kimono delle "altre". La differenza, però, è soprattutto nel modo di indossarli: la geisha tirerà indietro il colletto del kimono fino a scoprire tutta la nuca, considerata un punto focale dell'erotismo giapponese, ed indosserà l'obi più basso in vita e con un fiocco leggermente inclinato, rispetto ad esempio ad una donna sposata, mentre il colletto bianco del suo nagajuban sporgerà da sotto il kimono un poco di più e magari in modo asimmetrico. Piccoli dettagli, ma ben chiari per chi conosce il codice del kimono. 

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