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lunedì 28 novembre 2011

Il monte Musinè



A 20 km da Torino, verso la Val di Susa, è posizionato il monte Musinè, che in dialetto piemontese significa “asinello”. Ha una forma a piramide, brullo e quasi senza vegetazione, è quasi solo frequentato da vipere.
Nonostante questo è piuttosto famoso, in quanto si è parlato molto a proposito e sproposito per via di ufo, presenze paranormali, addirittura di strani animali (licantropi), di sabba di streghe e fantasmi.
Sulla cima del monte, che è costituita da un grande piazzale erboso disseminato di rocce affioranti, è stata eretta nell'anno 1900 una colossale croce bianca in cemento armato alta ben 15 metri, la quale permette di distinguere facilmente il Musiné da tutte le altre montagne del gruppo.
Indagini archeologiche hanno segnalato il Musiné come area di presenze pre e protostoriche: vi sono tracce di una capanna di fine Età del BronzoAntico (circa 1700 a.C.) in zona vicino alle vecchie cave di magnesite che  dopo la metà dell'Ottocento si avviò ad un suo utilizzo industriale: dal 1875 fino agli anni della seconda guerra mondiale le cave alimentarono l'unica attività industriale allora esistente in zona.
Da sempre il Monte Musinè è al centro di miti locali di ogni tipo, ed è noto per questo agli amanti del mistero. Le leggende hanno vari riferimenti, sia la stregoneria sia la vita extraterrestre (dalla montagna di notte sono ben visibili varie costellazioni). Inoltre secondo alcune opinioni nei dintorni apparvero a Costantino la croce fiammeggiante e la scritta "In Hoc Signo Vinces", segni che convinsero l’imperatore a convertirsi al Cristianesimo. Infatti, i cosiddetti "Campi Taurinati", di cui parlano le cronache dell’epoca, sembrerebbero coincidere con questa zona.
Il Musiné è tra l’altro sede di un particolare obelisco che acquistò fama mondiale grazie ad un libro di Peter Kolosimo intitolato “Astronavi sulla preistoria”. Sulla sua superficie compaiono alcune croci, un cerchio in alto a sinistra con un punto al centro e due semicerchi tagliati nella parte inferiore. Kolosimo sostenne che si trattava della descrizione di un terrificante attacco spaziale. L'obelisco, in realtà, è un falso degli anni '70.




Appare strana la distribuzione della vegetazione, particolarmente ricca ai piedi del monte, ma che poi si dirada in modo quasi repentino col crescere dell’altitudine. La Forestale ha inutilmente cercato per rimboscare la zona, nella quale le giovani piante sembrano morire una dopo l’altra. La credenza popolare spiega il mistero con la processione continua di anime dannate che salgono e scendono il monte senza sosta. Secondo una credenza un po’ più moderna sarebbero le emanazioni radioattive di una base segreta a produrre tale sterilità, la cosa più probabile sarebbe la mancanza di acqua e la composizione del terreno.
Ai piedi del Musinè esiste anche un "cono d’ombra" cioè una zona di interferenza che oscura qualsiasi trasmissione radio. Anche gli aerei privati che si trovano a sorvolare il luogo vengono disturbati nelle loro trasmissioni radio. Questi problemi cessano nel momento in cui ci si allontana dalla montagna.
Il monte, essendo un antico vulcano spento da millenni, è ricco di gallerie e passaggi irregolari scavati dallo scorrere dell’antico magma, in gran parte però inesplorati. Questo fatto ha contribuito a creare il mito delle caverne abitate da strani esseri, i quali vi abiterebbero tuttora, fin dall’antichità.
In tempi più moderni le strane “luci verdastre” che si  dice che si vedono, hanno dato luogo ad avvistamenti di UFO o addirittura a basi segrete nel suo interno.
La leggenda legata a questa montagnapiù antica è quella della caverna del Mago. Le tradizioni valligiane narrano che in una grotta posta nel cuore del Musiné vivrebbe un mago che si era nascosto per compiere indisturbato i suoi esperimenti con gli strumenti rimasti della mitica città di Rama( città che avrebbe dovuto esere in questa zona e andata distrutta). A difesa del luogo ci sarebbe un enorme dragone tutto d’oro pronto a distruggere con il suo fiato infuocato ogni intruso che tentasse di avventurarsi all’interno delle grande caverna. In una piccola cripta esisterebbe uno smeraldo di immenso valore mistico, grande quanto il pugno di una mano d’adulto, da cui si diffonde una intensa e limpidissima luce verde .

4 commenti:

  1. Interessante post, sai che assomiglia vagamente al monte Cornizzolo
    Buona giornata!

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  2. Che bel post! Mi fa venire voglia di andare a visitare questa meta!
    A presto...Sibilla

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  3. Non e' una favola quella degli avvistamenti UFO.. se uno ha la fortuna di abitare nei paesini di fronte al Musine' e la pazienza di stare a guardare ore e ore... si vedono delle cose interessanti.... posso dire di aver visto delle cose strane viaggiare velocissime con una luce accecante...ancora oggi ripensandoci mi vengono brividi.. Ci

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  4. Oltre a vedere tutte le belle cose che ci descrivi, mi piacerebbe molto salire sulla cima (un'altro dei miei modi di mantenere il peso). Non sono molto d'accordo sugli UFO, secondo me sono fenomeni naturali.
    Ciao.

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