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giovedì 14 marzo 2013

Ritorno della moda optical degli anni '60





Ve la ricordate? Io avevo esattamente una maglietta come quella sopa a destra abbinata ad una minigonna come il vestito sopra...l'ho portata penso sino a quando si è consumata.
Ho notato che quest'anno tornerà di moda, è proprio vero che gli stilisti non sanno più inventare nulla, è tutta una replica del passato.
Si chiamava"optical"  ed era una parte della op art

Moda anni 60: abiti e accessori

Dal punto di vista dell'estetica lineare, negli anni '60 andò di moda soprattutto la linea trapezio, che venne presentata nel 1958 dal giovane Yves Saint Laurent, ancora responsabile artistico della casa Dior: vestiti a forma di sacco che ignoravano il punto vita o cappotti stretti in alto e svasati verso il basso, spesso lunghi fino al ginocchio.
I vestiti a sacco erano stati molto popolari già negli anni '20, ma allora erano molto più eleganti e signorili: lunghi almeno fini al ginocchio, avevano a volte una gonna applicata molto in basso ed erano spesso lavorati con stoffe delicate, pizzi e sete e realizzati in colori tenui. In confronto, i vestiti a sacco degli anni '60 sembrarono abiti per bambini; non avevano praticamente nessun dettaglio decorativo o tagli raffinati, ma erano quasi sempre confezionati con tessuti rigidi (sintetici), con un taglio diritto o leggermente svasato. Il loro effetto derivava dai motivi grafici o da fantasie floreali molto colorate; inoltre, erano molto più corti dei vestiti degli anni '20 e in generale ebbero abbastanza successo.
L'op art (o optical art, "arte ottica") divenne una moda di forte tendenza. L'artista inglese Bridget Riley fu una delle figure di spicco del movimento. I suoi cerchi, quadrati, rettangoli e zigzag bianchi e neri venivano abilmente ripetuti per creare un effetto tridimensionale: le sue creazioni sembravano arretrare, proiettarsi fuori oppure ondeggiare. L'illusione funzionava perché creava confusione a livello del nervo ottico. L'industria tessile colse al volo questa opportunità per ottenere lo stesso effetto anche con i tessuti e, in questo modo, stilisti come Ossie Clark a Londra e Y. S. Laurent a Parigi crearono modelli abbaglianti.

Andy Warhol, l'artista Pop più discusso ma riconosciuto internazionalmente, produceva incisioni con i Velvet Underground, per i quali, come più tardi anche per i Rolling Stones, creò le copertine dei dischi. Inoltre disegnava scatole di pelati del supermercato proponendole come arte, noncurante del raccapriccio che provocava tra chi restava fedele alla cultura tradizionale. Nel 1966- 67, con il suo progetto di mini- abito leggermente svasato, manifestò in maniera duplice il suo messaggio di rappresentante della Pop Art: irritava l'osservatore elevando a opera d'arte un semplice oggetto quale una scatola di minestra e sferrava una critica contro la società occidentale dei consumi usando un materiale resistente ma estremamente infiammabile.



Velvet Underground rappresentano l'epoca





6 commenti:

  1. Era molto più bella la moda di alora che quella di oggi
    c'era più grazia

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  2. Una moda sbarazzina ed elegante allo stesso tempo quella degli anni '60!
    Molto carina.
    un abbraccio

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  3. Cara Adriana, mi rammento che mia moglie molti anni fa! Mi diceva che non bisogna buttare nulla, la moda passa e ritorna...
    Ciao e buon pomeriggio cara amica.
    Tomaso

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  4. Come si fa a dimenticare la moda deli anni 60 che ho vissuto?

    Allora potevo permettermi solo pochi capi d'abbigliamento, pazienza.

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  5. Si può dire che...tutto ritorna....sempre:-))
    Ciao,buona giornata!

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coccole...