Il mio viso

riflesso nello specchio
è il passato

Informazioni personali

martedì 5 marzo 2013

si può chiamare festa? parte 1

 La scelta dell'8 marzo si fa risalire ad una tragedia accaduta nel 1908, che ha avuto come protagoniste le operaie dell'industria tessile Cotton di New York.
 Queste donne, nei giorni precedenti all'8 marzo, iniziarono uno sciopero per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. L'8 marzo Mr. Johnson, il proprietario dell'industria, bloccò le porte per impedire alle donne di uscire. Poi venne dato fuoco alla fabbrica e 129 operaie morirono bruciate vive. In ricordo di questa tragedia, Rosa Luxemburg propose di istituire questa data come giornata di lotta internazionale a favore delle donne.

  http://www.genova24.it/photogallery/albums/userpics/10001/8-MARZO-FESTA-DELLA-DONNA_jpeg2_.gif

E' solo da 1946 che abbiamo diritto al voto, che siamo considerate "umane"

voto-alle-donne.jpg

2 giugno 1946 file ai seggi

1946-donne-alla-Costituente.jpg


La parità tra uomini e donne è affermata in particola­re negli articoli 3, 29, 31, 37, 48 e 51 della Costituzione italiana. (approvata solo nel 1948)
 
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
 
Art. 29
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.
 
Art. 31
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
 
Art. 37
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.
 
Art. 48
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
 
Art. 51
Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge.
La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica.
Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario alloro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro. 


Per la "festa della donna" in Italia si deve attendere l'8 marzo 1972 in cui la manifestazione della giornata della donna si tenne a Roma in piazza Campo de' Fiori, vi partecipò anche l'attrice statunitense Jane Fonda,, che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di donne manifestanti inalberavano cartelli con scritte inconsuete e «scandalose»: «Legalizzazione dell'aborto»,  «Matrimonio = prostituzione legalizzata», e veniva fatto circolare un volantino che chiedeva che non fossero «lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare l'intero processo della maternità». Quelle scritte sembrarono intollerabili, perché la polizia caricò, manganellò e disperse le manifestanti.


4 commenti:

  1. Ottimo post, Adry!

    Altro che festeggiare...

    Bisogna solo ricordare, riflettere e meditare.

    RispondiElimina
  2. la polizia, tutte le polizie sono serve del potere,
    mai sono state al servizio dei popoli.

    RispondiElimina
  3. Ciao Adry, arrivo al tuo blog grazie a Simo. Ho trovato molto interessante quello che hai scritto e per giovane assetato di conoscenza è un gran regalo.
    Ti seguirò con molto piacere :)
    Buon fine settimana
    Xavier

    RispondiElimina

coccole...